Christian Monti: Dal Saggio alla Narrativa

Torniamo a parlare con le figure del mondo editoriale. Abbiamo già conosciuto Sergio De Tomi, che ci ha parlato della sua esperienza di editore, Rachele Vestri che ci ha raccontato la sua esperienza di selfer e Maria Grazia Porceddu che ha messo a nostra disposizione la sua esperienza di editor.
Oggi facciamo un altro percorso, in compagnia di Christian Monti, scrittore di saggistica e narrativa (qui trovi la nostra recensione al suo Viaggio critico nel mistero).
Christian ha pubblicato con una Casa Editrice e noi non vediamo l’ora di conoscere la sua esperienza.

D: Ciao Christian, grazie per aver accettato di rispondere a qualche domanda sulla tua esperienza nel mondo editoriale. Prima di parlare di editoria vera e propria, però, facciamo un passo indietro e torniamo al tuo libro d’esordio: Viaggio critico nel mistero, un affascinante saggio che è anche un po’ dissacrante poiché smonta pezzettino dopo pezzettino le grandi teorie complottistiche che hanno fatto la fortuna di diversi scrittori in questi ultimi anni. Com’è nata l’idea di questo libro?

R: Mi sono dedicato allo studio di questi argomenti per molti anni. Avendo passato la mia infanzia in un monastero benedettino medievale (Abbazia di Seckau, Austria), ero abituato allo stile romanico. Poi, durante una gita scolastica, abbiamo visitato la cattedrale gotica di Vienna e da quel giorno la mia curiosità non si è più spenta: come mai quel cambiamento di stile architettonico? Per anni, almeno venti, ho studiato l’argomento e quel contesto storico e… Se leggi il libro saprai come è andata a finire. In effetti, questo mio primo libro è molto autobiografico.

D: Rimanendo su Viaggio critico nel mistero, è indubbio che ci sia stato un grande lavoro di ricerca perché è un saggio molto particolareggiato: come si affronta un lavoro del genere? La ricerca delle fonti, la loro affidabilità? E quanto tempo hai impiegato per metterlo insieme?

R: La mia passione per l’argomento era veramente viscerale e per molto tempo non ho letto altro. Ho letto e studiato sicuramente alcune centinaia di libri, che conservo tutt’oggi, ma inizialmente non avevo alcuna velleità di scrivere un libro. A distanza di diversi anni ero diventato un esperto in materia, tanto che dei conoscenti mi chiesero di fare da relatore in alcune serate su questi argomenti. Gli appunti che mi facevo per quelle serate si infittivano ogni volta sempre di più, anche perché questi argomenti spaziavano in ogni direzione e fornivano spunti per molte altre ricerche (cattedrali gotiche, Templari, misteri vari, simbologia medievale, massoneria, esoterismo, ecc.). Un giorno decisi di mettere un po’ di ordine negli appunti e alle iniziali dieci pagine seguirono altre e ancora altre, finché mi ritrovai con centinaia di pagine.

Libri

D: Dopo qualche anno di silenzio sei tornato a pubblicare nel 2024 ben due nuovi libri, Il piano Grande Cina e Delitti d’arte, due indagini del commissario Franco Baroni; e qui dobbiamo farti una domanda relativa al tuo lavoro creativo: com’è stato passare dalla saggistica alla narrativa? Che differenze ci sono praticamente nello scrivere un saggio e un romanzo?

R: Nella vita faccio tutt’altro e quindi tempo per scrivere non ne ho. L’anno scorso dovetti sottopormi ad un intervento chirurgico che richiedeva una lunga riabilitazione, oltre un mese a letto. Già dopo qualche giorno capii che sarei impazzito se non mi fossi dedicato a qualcosa di più creativo che non guardare la televisione. Scrissi ambedue i romanzi in poco più di tre mesi. Inizialmente era un unico romanzo, che poi, d’accordo con l’editore, ho diviso in due. E qui subentrò la prima grande sorpresa: il lavoro di editing, correzione bozze, limature varie, richiese almeno sei mesi, più del tempo che avevo impiegato per scrivere il libro. Ho scoperto che l’editing è fondamentale, perché l’autore non vede i propri errori e le eventuali incongruenze, non sa valutare a pieno il ritmo narrativo del proprio racconto. Per tornare alla tua domanda: un saggio o un romanzo storico richiede molto più tempo, molta ricerca e una profonda conoscenza del contesto storico, mentre un giallo no: lì conta solo la fantasia, una trama originale e una narrazione avvincente. Oltre a quello, è poi fondamentale – a mio avviso – caratterizzare e descrivere i protagonisti: loro rappresentano così un proprio racconto all’interno del romanzo.

D: Abbiamo visto che il protagonista dei tuoi romanzi è il commissario Franco Baroni: a cosa ti sei ispirato per creare questo personaggio?

R: C’è sempre un pizzico di autobiografia in un romanzo d’esordio: di quello che sei e di quello che vorresti essere.

D: Se è vero che sei passato dalla saggistica alla narrativa è anche vero che hai trovato una via di mezzo tra le due perché i tuoi romanzi sono ispirati a fatti storici reali ma un po’ marginali. Se con Viaggio critico nel mistero hai ridimensionato fenomeni come i templari, nei tuoi romanzi hai messo in luce eventi che erano in ombra. Qual è il compito di uno scrittore, secondo te? Nascondere o dissotterrare?

R: Direi proprio quello di dissotterrare: in Delitti d’Arte lo scopo è quello di scoperchiare il lato oscuro del mercato dell’arte contemporanea. Ne Il Piano Grande Cina l’intento è quello di far capire al lettore che l’Italia sta scivolando verso una pericolosa… china.

Scrivere

D: Ora una domanda un po’ faticosa: in un mondo dove si legge sempre meno (sigh), perché hai scelto di proporre al pubblico un saggio dissacrante e due romanzi? In altre parole: perché si sceglie di scrivere?

R: Ho sempre avuto la passione per la scrittura. Da giovane (quando avevo trent’anni) facevo il free-lance e scrivevo di politica estera per diversi quotidiani. Ricordo con piacere soprattutto la mia collaborazione con Il Foglio, dove ho tenuto per cinque anni una rubrica settimanale. Poi, sai… non si vive di sola gloria e ho dovuto cominciare a lavorare sul serio… Ma l’ispettore Baroni tornerà sicuramente, almeno nelle mie intenzioni: ho già in mente almeno i due prossimi casi, devo solo trovare il tempo per scriverli. Magari quest’estate…

Grazie a Christian Monti per averci raccontato un po’ della sua vita e della sua esperienza da scrittore. Non ci resta che aspettare il prossimo libro!


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7 pensieri riguardo “Christian Monti: Dal Saggio alla Narrativa

      1. Cara Bruna, continua a seguire questo blog perché tra qualche giorno uscirà un saggio davvero interessante e scritto con linguaggio chiaro e coinvolgente. Ti ho incuriosita?

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  1. Un saggio non è necessariamente noioso e scritto per esperti: ci sono molti autori che sono in grado di divulgare concetti anche complicati in modo chiaro, semplice e lineare. Quindi… viva il saggio per tutti!

    Piace a 2 people

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