Uketsu e l’Identità nel Giappone Contemporaneo

Il Giappone è un Paese dai mille volti: grandi città ipertecnologiche che si accompagnano a tradizioni millenarie, uomini d’affari che passano la pausa pranzo in templi buddisti, un forte rigore sociale e leggende metropolitane che nascono dai manga e dagli anime. Ma si tratta di un mondo molto più complesso dove la società può diventare una trappola.

Negli ultimi anni c’è un’attenzione sempre maggiore verso gli autori giapponesi, non solo per il gusto esotico che rappresentano, ma anche perché mostrano le infinite contraddizioni di un Paese che conosciamo principalmente per la sua sconfinata tecnologia. Il Giappone è, per la mia generazione, la terra di origine dei cartoni dell’infanzia, poi dei manga e degli anime, una terra di persone pronte a lottare contro il male e i mostri spaziali (che, non si sa perché, attaccano sempre Tokyo!).
La realtà è che si tratta di un Paese dai forti contrasti nel quale si fanno sempre meno figli e che si ostina a imporre regole sociali rigidissime, così stringenti che molti non le sopportano. Gli hikikomori (termine coniato dalla psicoterapeuta Tamaki Saitō), sono giovani che, sottoposti a uno stress esagerato da parte della società, si ritirano volontariamente all’interno delle loro abitazioni (a volte della loro stanza) in un completo isolamento che si prolunga per mesi (in alcuni casi anni). Il rifiuto di appartenere alla società senza portevi sfuggire induce questi ragazzi a fingere di non esistere, a trasformarsi in fantasmi depressi, a rinnegare e rinnegarsi.

hikikomori

Il fenomeno, già noto a metà degli anni ’80, è oggi in costante crescita e si è già diffuso in Europa e negli Stati Uniti (dove la società impone ritmi frenetici che non sono sostenibili).

Oggi esiste un’altra forma di “fuga” dallo stress: sempre più persone decidono di sparire nel nulla. Per non affrontare la vergogna di un divorzio o di un insuccesso lavorativo, sempre più giapponesi si rivolgono a società specializzate che li aiutano a sparire, cancellando la propria esistenza per ricominciare da un’altra parte. Un fenomeno che viene supportato anche dalla legislazione giapponese che è molto rigida (ovviamente) nella difesa della privacy dei cittadini.

Ma come reagiscono le forme artistiche?

Per rispondere a questa domanda possiamo pensare al misterioso Uketsu, autore del fenomeno letterario Strani disegni (Einaudi).
Di Uketsu non si sa quasi nulla: è uno youtuber che si mostra sempre con una tuta nera e una maschera di cartapesta che, di per sé, è già abbastanza inquietante, ma anche la sua voce è modificata elettronicamente fino ad assomigliare a quella di una bambina.
Se questo suo modo di presentarsi è senza dubbio intrigante e attira l’attenzione del pubblico, rivela anche un disagio che viene interpretato in maniera artistica.
Uketsu racconta di persone snaturate, private di una loro identità, annullate ma presenti come fantasmi all’interno della società che non se ne cura, che li trova trasparenti. La sua è una denuncia e una richiesta di aiuto al tempo stesso.

Strani disegni, Uketsu

In una recente intervista con Roberto Saviano per La lettura, Uketsu ha dichiarato: “Penso che i social media siano uno strumento che ci dà l’illusione di poter comprendere facilmente gli altri. In realtà è molto complesso capirci a vicenda. Ad esempio, serve tantissimo tempo persino a capire le fragilità nascoste, il carattere e il pensiero di persone a noi molto vicine, come possono essere gli amici del cuore o il proprio partner. Non penso che bastino pochi mesi, e nemmeno un anno. Sui social, però, tendiamo a credere di avere compreso a fondo una persona soltanto dopo aver letto una breve frase o aver guardato per pochi secondi una fotografia. Quindi ci sentiamo liberi di poter insultare, oppure credere di essere diventati subito amici. Tutto questo mi terrorizza“.

Un pensiero che riassume con spietatezza la società moderna dove il tutto e subito è imperante, dove viene richiesto di essere perfetti (perfetti partner, perfetti dipendenti, perfetti capi, perfetti amici, perfetti figli, perfetti genitori) e dove non c’è tempo per sbagliare: se cadi rimani travolto. E i social sono il più veloce degli strumenti, immediati e letali come un proiettile.

Uketsu, come gli hikikomori, mette in scena il suo disappunto sottraendosi a tutto questo, ma cerca non di scomparire ma essere una tavola bianca sulla quale scrivere nuove regole; e forse è questo di cui abbiamo bisogno oggi, rifiutare la standardizzazione e tornare a interpretare noi stessi. Ma perché questo accada è necessario, prima, un profondo ascolto interiore e quindi, perché no, indossare una maschera di cartapesta e guardare all’interno.


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6 pensieri riguardo “Uketsu e l’Identità nel Giappone Contemporaneo

  1. Il Giappone è un Paese misterioso, affascinante, culturalmente diverso ma proprio per questi motivi attrae molte persone. La stessa cosa si può dire per la letteratura giapponese, un genere che negli ultimi anni ha avuto un record di vendite di critiche positive. Il romanzo proposto nell’articolo intriga, penso che debba essere letto per capire meglio la vita contemporanea dei giapponesi.

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  2. Mi piacerebbe andare in Giappone per scoprire dal vivo la cultura affascinante di questo curioso Paese ma credo che per ora mi dovrò accontentare di leggere libri che lo raccontano. E questo romanzo credo mi aiuterà a capire qualcosa in più.

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  3. Ho letto di questo scrittore su qualche inserto culturale e devo dire che mi ha incuriosito molto e il vostro articolo mi ha fatto venire voglia di saperne più di lui e dei sui lavori.

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