Scoprendo Dickens: Dalla Povertà alla Grandezza

E siamo arrivati all’ultima tappa della nostra Via dei Giganti della letteratura per ragazzi. Siamo partiti con John Green passando poi per fabbriche di cioccolato, giardini segreti e ragazzine dai capelli rossi e dalla forza sovrumana: oggi ci dedichiamo al lavoro di un uomo che ha stravolto la letteratura e che ha posto le basi per la società moderna attraverso il suo lavoro: Charles Dickens.

Charles Dickens (1812-1870) non è stato solo uno dei più grandi romanzieri della lingua inglese, ma anche un acuto osservatore e un potente critico della società vittoriana. Attraverso le sue opere immortali, ha dipinto un affresco vivido e spesso crudo della vita in Inghilterra durante un periodo di profondi cambiamenti sociali, economici e morali, influenzando profondamente non solo la letteratura, ma anche la coscienza collettiva del suo tempo e delle generazioni future.

Una Vita Forgiata dalle Difficoltà

La vita di Dickens è intrinsecamente legata alle esperienze che avrebbero plasmato la sua narrativa: nato a Portsmouth, da una famiglia della classe media, la sua infanzia fu segnata da un’improvvisa caduta in disgrazia. All’età di dodici anni, suo padre fu imprigionato per debiti, e il giovane Charles fu costretto a lasciare la scuola per lavorare in una fabbrica di lucido da scarpe, un’esperienza umiliante e traumatica che lo avrebbe perseguitato per tutta la vita e che avrebbe trovato eco in molte delle sue storie, come quella di Pip in Grandi speranze.

Questa profonda conoscenza della povertà, dell’ingiustizia e della disuguaglianza sociale, acquisita in prima persona, divenne la linfa vitale della sua scrittura. Dalla dura realtà delle workhouse alla squallida dignità delle case più umili, Dickens non solo descrisse queste condizioni, ma le fece sentire al lettore, suscitando empatia e indignazione. Solo dopo aver vissuto l’orrore di un infanzia rubata, Dickens riuscì a far germogliare nel suo cuore, come in quello di tutti i futuri lettori, il germe della speranza in un mondo più equo.

La sua carriera giornalistica iniziò precocemente, e le sue osservazioni acute sulla vita di strada e sulle eccentricità delle persone vennero raccolte nei suoi primi lavori, come Schizzi di Boz (1836). Il successo arrivò rapidamente con Il Circolo Pickwick (1836-1837), che lo catapultò nella fama, permettendogli di dedicarsi interamente alla scrittura.

Le Opere Principali: Un Affresco dell’Anima Vittoriana

Dickens era un narratore prolifico, e il suo stile, caratterizzato da descrizioni vivide, personaggi memorabili, un acuto senso dell’umorismo e un tocco di melodramma, lo rese immensamente popolare. Tra le sue opere più celebri ricordiamo:

  • Oliver Twist (1837-1839): un’esplorazione cruda del mondo criminale di Londra e della brutalità delle workhouse, con un orfano innocente che lotta per la sopravvivenza.
  • Nicholas Nickleby (1838-1839): una critica feroce alle scuole gestite privatamente e spesso abusive dell’epoca.
  • Canto di Natale (1843): una novella senza tempo sulla redenzione e lo spirito del Natale, che ha ridefinito la celebrazione delle festività e sottolineato l’importanza della carità e della compassione conferendo a Dickens il titolo di “uomo che inventò il Natale” e della quale vi abbiamo parlato nel dettaglio in questo articolo.
  • Dombey e Figlio (1846-1848): un’analisi della rigidità sociale e dell’impatto della morte sulla famiglia.
  • David Copperfield (1849-1850): spesso considerato il suo capolavoro e il romanzo più autobiografico, racconta la crescita di un giovane uomo attraverso le gioie e i dolori della vita.
  • Casa desolata (1852-1853): una satira complessa e amara del sistema legale e della burocrazia.
  • Tempi difficili (1854): una critica incisiva all’utilitarismo e all’industrialismo sfrenato, con un focus sulle condizioni di vita degli operai.
  • Racconto di due città (1859): un romanzo storico ambientato durante la Rivoluzione Francese, che esplora temi di sacrificio, redenzione e ingiustizia.
  • Grandi speranze (1860-1861): un’opera profondamente psicologica sulla crescita di un giovane, l’ambizione sociale e le delusioni della vita.

L’Influenza Sociale: Dare Voce ai Senza Voce

L’impatto di Dickens sulla società vittoriana fu enorme e multidimensionale. Non era solo un intrattenitore; era un riformatore sociale attraverso la sua arte.

Charles Dickens

Dickens usò la sua penna come un’arma contro le ingiustizie diventando il paladino della denuncia sociale. Ha esposto la miseria delle workhouse (Oliver Twist), la brutalità delle scuole gestite da ciarlatani (Nicholas Nickleby), le insidie del sistema giudiziario (Casa desolata) e le disumanizzanti condizioni create dall’industrializzazione (Tempi difficili). I suoi romanzi non erano semplici storie, ma potenti requisitorie che portavano le atrocità e le ipocrisie della società direttamente nelle case della classe media e alta.

La sua popolarità garantiva che le sue denunce raggiungessero un vasto pubblico, generando dibattito e contribuendo a una crescente consapevolezza delle problematiche sociali. Sebbene non fosse un politico o un legislatore, le sue opere spesso stimolavano discussioni che portavano a riforme concrete. Ad esempio, si ritiene che Oliver Twist abbia contribuito a stimolare il dibattito sulle Poor Laws (le leggi sull’assistenzialismo vigenti nel Regno Unito) e sulla gestione delle workhouse, e che Nicholas Nickleby abbia messo in luce gli abusi nelle scuole private, portando a maggiore attenzione e, in alcuni casi, a chiusure.

In un’epoca in cui i poveri erano spesso visti con disprezzo o considerati responsabili della loro condizione, Dickens li umanizzò. Dando loro nomi, voci, personalità complesse e dignità, li sottrasse all’anonimato delle statistiche, forzando i lettori a vederli come individui, degni di compassione e aiuto; se lui era riuscito a emergere come elemento portante della società dopo aver passato anni a lavorare come operaio sfruttato, non c’era motivo perché tra i poveri non potessero esserci altri Charles Dickens.

Canto di Natale è forse l’esempio più lampante di come Dickens abbia plasmato la cultura popolare. Ha contribuito in modo significativo a definire le tradizioni natalizie moderne e ha instillato un senso di generosità e spirito comunitario che perdura ancora oggi. Il Natale che conosciamo oggi è quello che ha voluto Dickens nel suo racconto.

Anche la lingua e la letteratura hanno il loro “grazie” da dire a Dickens che era un maestro della lingua inglese. Ha coniato neologismi, ha reso popolari frasi idiomatiche e ha sviluppato uno stile descrittivo che ha influenzato generazioni di scrittori. I suoi personaggi sono diventati archetipi culturali, e le sue trame, sebbene spesso complesse, erano magistralmente costruite per tenere il lettore con il fiato sospeso.

Charles Dickens morì nel 1870, lasciando incompiuto Il mistero di Edwin Drood. La sua eredità, tuttavia, è intramontabile. Le sue opere continuano a essere lette, studiate, adattate e amate in tutto il mondo, testimoniando non solo la sua straordinaria abilità letteraria, ma anche il suo incrollabile impegno nel dare voce a coloro che la società aveva cercato di mettere a tacere. Egli rimane una figura centrale nella comprensione dell’Ottocento inglese e un’eterna fonte di ispirazione per chiunque creda nel potere della narrazione di cambiare il mondo.

Ed eccoci sulla vetta della montagna, ma sappiate che stiamo già preparando lo zaino per una nuova scalata lungo la Via dei Giganti della letteratura…


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6 pensieri riguardo “Scoprendo Dickens: Dalla Povertà alla Grandezza

  1. Mi sono sempre piaciuti i libri di Dickens e ancora ne conservo con cura le copie nella mia biblioteca. Libri adatti a ragazzi ma anche agli adulti curiosi e amanti della buona letteratura classica.

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  2. Ho letto da ragazzo sia Canto di Natale che Oliver Twist, entrambi capolavori. Devo recuperare anche gi altri che segnalate nell’articolo perché mi piace molto come scrive Dickens.

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Scrivi una risposta a Bruna Balzani Cancella risposta

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