¡La lingua feliz! di A. De Benedetti e C. Pestelli, UTET, 2018
Vi siete mai fermati a pensare alle parole che usate? Al potere che ha una lingua di accogliere, respingere e trasformare le parole straniere e dar vita a un linguaggio complesso? Forse no, ma lo hanno fatto Andrea De Benedetti e Carlo Pestelli che in questo libro ci accompagnano in un viaggio divertentissimo e leggero nella lingua spagnola e, alla fine, in tutte le lingue.
Questo piccolo saggio è un libricino prezioso che permette di addentrarsi all’interno dello spagnolo, o meglio, del castigliano andando a scoprire e a mettere in luce alcune sue peculiarità non solo di scrittura ma anche di norme linguistiche.
Un esempio molto divertente è quello della lettera Ñ (si pronuncia egne), unica nel suo genere e assolutamente capace di descrivere da sola tutto il popolo spagnolo. Tra questa letterina e gli spagnoli si è creato un rapporto talmente identitario che, quando l’UE propose di abolirla per l’impossibilità di inserirla nelle tastiere dei computer, il popolo di Cervantes insorse fino a a quando l’idea non cadde nel vuoto.
Sembra una presa di posizione ma la Ñ fa la differenza e non di poco se si vuole parlare spagnolo: un año (anno) è sicuramente molto diverso da un ano (quella parte lì!).
Ma oltre ad approfondire le curiosità su questa lingua, questo libro è molto interessante per le riflessioni che suggerisce sul potenziale delle parole e, ancora di più, sulla lingua, capace di definire non solo una nazione, ma anche un popolo, il suo passato, il suo presente e, forse, anche il suo futuro.
Pensiamo agli anni dei primi telefonini, quando in 160 caratteri si dovevano raccontare mondi e i vari per divennero X o un punto e virgola con una parentesi era un ritratto; quel particolare modo di scrivere ha identificato un periodo storico molto preciso, incastrato tra la rivoluzione tecnologica e gli smartphone. Un periodo concluso: oggi se un ragazzo di quindici anni leggesse uno di quegli SMS non ci capirebbe nulla.
Un libro assolutamente consigliato per il suo tono leggero e i suoi temi profondi, adatto non solo a chi ha passione per il castigliano, ma si interessa di esplorare il potenziale delle lingue.
Cosa troverai in questo libro
Un tono leggero, tantissime curiosità, una scrittura scorrevole
Cosa NON troverai in questo libro
Dialoghi, informazioni scontate, un saggio noioso
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È un libro indispensabile per chi vuole conoscere meglio la bella lingua spagnola.
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Sto seguendo dei corsi per imparare lo spagnolo quindi questo libro fa proprio per me.
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Lo spagnolo è una lingua molto bella e calda, anche a me piace molto.
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Utile anche per scoprire la vera valenza di una lingua che non è solo una forma di comunicazione ma un modo per definire il mondo…
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Non conosco lo spagnolo ma penso che sia un libro pieno di curiosità adatte a tutti i lettori per allargare le proprie conoscenze.
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Non è necessario conoscere lo spagnolo per apprezzarlo, anzi, forse è persino meglio non sapere niente della lingua di Cervantes!
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