Harry Potter e il populismo

Harry Potter e il populismo di Lorenzo Grazzi, Amazon KDP, 2025

A dieci anni dalla prima edizione torna Harry Potter e la Società Magica in una versione rinfrescata e aggiornata con i tempi moderni; un libro dedicato al fantasy e alla realtà e a come si possano creare mondi migliori attraverso la lettura.

Ci si interroga spesso se sia la realtà a influenzare la finzione o se il contrario; è innegabile che il mondo che ci circonda abbia fornito le basi per tantissime storie finite all’interno dei libri, così come idee geniali di alcuni autori hanno poi finito col prendere vita nel mondo reale.
La narrativa finisce con l’essere madre e figlia della realtà e viceversa.

Se lo chiedete a qualche grande autore vi risponderà che il segreto per scrivere un buon libro è renderlo reale, dotarlo di quei dettagli nei quali un lettore si possa identificare, che possa sentire suoi; quando ci si riesce non è più importante cosa accade o dove lo si ambienta, sarà un successo.

Lo sa bene J.K. Rowling che con il suo Harry Potter ha cambiato la storia dell’editoria mondiale costringendo centinaia di appassionati a fare lunghe code in fila davanti alle libreria aperte anche a mezzanotte per accaparrarsi gli ultimi capitoli della saga. Una cosa mai vista in Italia e che, purtroppo, non sembra destinata a ripetersi per il momento.

Eppure, una volta spogliato del suo carattere magico, il mondo della Rowling è estremamente ordinario, con adolescenti che vanno a scuola, pulsioni amorose, materie da studiare (insegnanti non sempre simpatici), sport e una perenne guerra tra bene e male che è il fulcro della vita di ogni essere umano. Tutte regole del gioco che i lettori di tutto il mondo conoscono bene, nelle quali si riconoscono. Ed ecco che si compie il miracolo di un libro di successo, anzi di una saga. La fantasia ha descritto la realtà.

La Rowling ha dichiarato di essersi ispirata al percorso storico del Nazismo per le figure di Voldemort e dei suoi seguaci, traendo ispirazione da uno dei capitoli più oscuri della Storia per raccontare l’importanza di una resistenza morale.

Prima di lei lo hanno fatto altri grandi scrittori di fantasy (non c’è bisogno di citare Tolkien, vero?), questo genere letterario sempre un po’ bistrattato, considerato poco impegnativo, di puro svago, disconnesso dalla realtà e colpevole di riempire la mente dei lettori di stupidaggini. Eppure il fantasy, che si rivolge con vigore a un pubblico di giovani lettori, insegna che i mostri si possono combattere con la forza della moralità, che il male non può vincere se si compie la scelta del bene.
Un messaggio che, in questi tempi che si prospettano sempre più oscuri, avremmo tutti bisogno di recuperare.

In Harry Potter e il populismo vengono messi in luce gli aspetti educativi del fantasy e della saga di Harry Potter in particolare, un minuzioso lavoro di ricerca dei messaggi nascosti che la Rowling ha voluto lasciare ai propri lettori.
Una riflessione importante sul fatto che non ci sono tempi di guerra e tempi di pace, ma solo tempi nei quali non viene scelto il bene e questo porta (magari in silenzio, magari in maniera non immediatamente percepibile) alla scalata del male: cosa sarebbe accaduto nei libri della Rowling se il negazionismo del Ministero della magia non avesse fatto perdere tempo prezioso a Harry e Silente dopo il ritorno di Voldemort?

E, in definitiva, la nostra società moderna sta perdendo tempo prezioso sottraendosi a una battaglia che si prospetta all’orizzonte?

Harry Potter e il populismo di Lorenzo Grazzi è disponibile in tre formati (cover flessibile, cover rigida, ebook) e acquistabile su PayHip e Amazon.


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