La donna della domenica

La donna della domenica di Fruttero & Lucentini, Mondadori, prima edizione italiana 1972

Classificazione: 4.5 su 5.

Il martedì di giugno in cui fu assassinato, l’architetto Garrone guardò l’ora molte volte. Aveva cominciato aprendo gli occhi nell’oscurità fonda della sua camera, dove la finestra ben tappata non lasciava filtrare il minimo raggio. Mentre la sua mano, maldestra per l’impazienza, risaliva lungo le anse del cordoncino cercando l’interruttore, l’architetto era stato preso dalla paura irragionevole che fosse tardissimo, che l’ora della telefonata fosse già passata. Ma non erano ancora le nove, aveva visto con stupore; per lui, che di solito dormiva fino alle dieci e oltre, era un chiaro sintomo di nervosismo, di apprensione. Calma, s’era raccomandato.

Un architetto cinquantenne, Lamberto Garrone, viene trovato con la testa sfondata da uno strano oggetto – un fallo di pietra – nel suo studio-alcova in un palazzo decrepito del centro storico di Torino. Tutto sembra far pensare a un delitto connesso col modo della malavita e del vizio e, infatti, le indagini della squadra mobile della Questura iniziano proprio con lo scandagliare questo sottobosco della città. Ad un certo punto, però, salta fuori una lettera incompiuta dalla quale sembra che la vittima – uno scroccone, un parassita sociale e falso invalido di guerra – avesse loschi contatti con vari personaggi altolocati della Torino-bene.

Le indagini della polizia diventano così due: quella “ufficiale” è affidata al commissario De Palma, mentre l’indagine “parallela” è condotta dall’estroso commissario Santamaria, finissimo conoscitore della città, ordinata e precisa fino alla noia, ma che nasconde un cuore folle e malefico.
Tra i personaggi principali del romanzo ci sono Anna Carla Dosio e Massimo Campi, due grandi amici protagonisti della vita sociale di Torino. La prima è la moglie annoiata di un ricco imprenditore; il secondo è un giovane della buona borghesia che trascina stancamente una relazione omosessuale con Marcello Riviera, piccolo impiegato comunale con velleità da intellettuale. Il commissario Santamaria comincia proprio da un interrogatorio informale con i due sospetti, dei quali non sente mai una vera colpevolezza, per poi ritrovarsi affascinato e sedotto dalla bella Anna Carla (la “donna della domenica” del titolo).

Sono giovane – si provò a elencare Anna Carla – sono intelligente, sono ricca. Ho un ottimo marito (ricco anche lui), e una figlia bellissima (come me, dicono). Riesco simpatica a tutti, mi vesto bene, non ho problemi di linea, non ho problemi sessuali…

Ben presto Anna Carla e Massimo, insieme ad altri protagonisti minori appartenenti al loro stesso ambiente, entreranno ufficialmente nelle indagini come sospettati. Oltre alla polizia, anche Marcello Riviera, chiamato affettuosamente Lello, pur avvertendo che la sua relazione con Massimo è prossima alla fine, si appassiona al caso ed inizia ad indagare privatamente per cercare di scagionare il compagno finito tra i principali sospettati dell’omicidio dell’architetto: arriverà – senza accorgersene del tutto – vicino alla verità, e finirà ucciso dall’assassino presso il Balon, il frequentato mercatino delle pulci di Torino.

È proprio il mix delle due indagini il bello di questo classico del giallo italiano, perché a quella tradizionale si affianca l’indagine più sociologica e psicologica. Ma la “vera” indagine non è quella per trovare il colpevole del duplice omicidio, ma quella sui vizi e sui difetti di una società torinese dalla doppia faccia: si passa dalla noia di ricchi borghesi, al disprezzo per i meridionali e per il ceto più povero della popolazione.
Il risultato è un romanzo lineare, 422 pagine ben scritte a quattro mani da Carlo Fruttero e Franco Lucentini (al loro esordio come coppia letteraria), che delinea molto bene il modo di indagare della polizia degli anni ’70 del Novecento e che contemporaneamente riesce a darci un quadro realistico del ricco, sfaccettato e inedito contesto urbano di una grande città del nord Italia. Durante la lettura, infatti, sarà possibile fare un vero e proprio viaggio nel tempo, esplorando le strade, i palazzi e i segreti di una Torino che, pur distante mezzo secolo, continua a esercitare un fascino irresistibile sui lettori di oggi. Attraverso le pagine di questo libro, scopriremo come la città sabauda si sia trasformata nel corso degli anni, mantenendo intatto il suo carattere unico e la sua identità inconfondibile. Un romanzo paradossale e raffinato, di fulminante ironia, del quale è impossibile scoprire il colpevole prima delle sorprendenti pagine finali.

Alla sua uscita nel 1972, il romanzo ebbe un grande successo e ne fu tratto nel 1975 un film, La donna della domenica, diretto da Luigi Comencini con Marcello Mastroianni (Francesco Santamaria), Jacqueline Bisset (Anna Carla Dosio), e Jean-Louis Trintignant (Massimo Campi).
Nel 2011 Rai Fiction ha prodotto una miniserie tratta dal libro, sempre con lo stesso titolo La donna della domenica.

Cosa troverai in questo libro

Bella descrizione di personaggi e ambiente
Scrittura lineare e pulita
Sociologia e psicologia della Torino anni ’70

Cosa NON troverai in questo libro

Linguaggio volgare o scurrile
Descrizioni inutili o ridondanti
Azione mozzafiato


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5 pensieri riguardo “La donna della domenica

  1. Oh che bello questo giallo: l’ho letto tanti anni fa e ricordo che mi era piaciuto molto soprattutto per la descrizione dei luoghi e della società torinese degli anni Settanta.

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    1. Sì cara Bruna hai proprio ragione: la descrizione della società borghese di una città importante del Nord Italia viene fuori egregiamente da queste belle pagine di Fruttero & Lucentini 👍

      Piace a 2 people

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