Self-Publishing: Vantaggi e Sfide secondo Rachele Vestri

Il mondo editoriale è molto più complesso di quanto possa sembrare e riunisce al suo interno figure professionali e non, persone con lunga esperienza e neofiti, improvvisatori seriali e organizzatori scrupolosi. Cerchiamo di capirci qualcosa parlando con loro!

Riprendiamo il nostro piccolo viaggio a tu per tu con le figure che orbitano intorno all’editoria: nel nostro precedente articolo abbiamo approfondito la complessa figura dell’editore in compagnia di Sergio De Tomi, questa volta, invece, ci spostiamo su una figura relativamente nuova del settore, all’apparenza semplice da impersonare ma ricca di sfumature: il selfer.

Di chi si tratta? Il selfer è uno scrittore che invece di affidarsi a una classica Casa Editrice sceglie di diventare editore delle proprie opere assumendosi, quindi, gli oneri di gestire e controllare impaginazione, editing, correzione di bozze, distribuzione, marketing…

Oggi abbiamo la fortuna di fare due chiacchiere con una scrittrice che ha fatto del selfer la sua ragione di vita e con ottimi risultati: Rachele Vestri.

D: Ciao Rachele, grazie di esserti prestata a questa intervista. Per prima cosa vorremmo sapere da quanto tempo pubblichi e quanti sono i libri che hai alle spalle.

R: Ciao, a tutti e grazie per lo spazio che mi state riservando. Mi presento, mi chiamo Rachele Vestri e sono un’autrice Romantic Suspense.
Pubblico sulla piattaforma Amazon dal 4 febbraio 2021. I titoli pubblicati fino a oggi sono quattro (molto presto diventeranno 5): Anima mia, I rumori del cuore, Diamante e Sono qui per te.

D: Tu pubblichi in self: come mai hai scelto di addossarti tutte le responsabilità di una produzione invece di affidarti a un editore?

R: Esatto. Ho sempre pubblicato in self. Ho iniziato con l’autopubblicazione perché volevo prima imparare da sola quali fossero i passi da percorrere, come gestire l’uscita con i social e quindi volevo essere libera da vincoli contrattuali. Essendo un’autrice Romantic Suspense (puro lasciatemelo dire), genere ancora poco diffuso ma molto in voga in America e in Inghilterra, ho ricevuto due contratti editoriali, ma non abbiamo raggiunto l’accordo.

D: Ora passiamo alla parte più pratica: immagina di aver appena scritto la parola “fine” sul tuo ultimo romanzo, qual è il passo successivo?

R: Riesco a rispondere senza immaginare. Ho veramente scritto la parola fine al mio ultimo romanzo. Innanzitutto dobbiamo capire quale versione del romanzo abbiamo terminato, perché si aprono diversi scenari.
Il primo: se hai terminato la scrittura, la prima cosa da fare è “dimenticarlo”. Chiudere il computer e lasciarlo “decantare”, far passare qualche mese prima di riprenderlo in mano, rileggerlo e correggerlo e così si procede alla riscrittura del manoscritto. Poi, una volta terminato il secondo giro di lettura e correzione si passa la palla all’editor, figura professionale imprescindibile per curare, correggere e perfezionare il romanzo. Terminato l’editing, sarebbe importante fare un giro di Cdb (correzione di bozze), e poi, si conclude con una lettura per controllare che tutto sia a posto e si manda alla grafica per l’impaginazione e la scelta della cover.

Un altro scenario potrebbe essere che tutti i passaggi siano stati fatti, e la parola fine sia stata messa al termine di tutti i lavori, allora, si può procedere alla pubblicazione in self.

Un’ulteriore alternativa potrebbe essere che ci si fermi prima di inviare tutto alla grafica, e iniziare a inviare il manoscritto alle CE, oppure alle agenzie letterarie che proveranno ad aiutarti a trovare la casa editrice.

D: Un editore è una figura che ne unisce molte altre (parliamo di editor, correttori di bozze, grafici, esperti di marketing): hai qualcuno che ti aiuta oppure fai tutto da sola?

R: Per tutti i miei cinque romanzi mi sono fatta aiutare da due meravigliose editor (Rossella Arinisi e Marta Mancuso) e sempre le stesse mi hanno curato le CDB. Io, personalmente, senza queste due figure importi e imprescindibili non pubblicherei neanche la lista della spesa! Ma come ho detto prima, sto percorrendo in “solitudine” il percorso con le pubblicazioni. Voglio imparare a gestirmi da sola, prima di vincolarmi con un contratto. Quindi, oltre a queste due meravigliose donne e bravissime professioniste, per circa un anno ho fatto l’affiancamento con una bravissima e competente Digital Strategist, Greta Cipriano. Con lei ho imparato a lanciare il nuovo romanzo, curarne l’uscita e gestire il proseguo. Grazie a lei mi si è aperto un mondo in fatto di gestione social, strategia e pianificazione dei contenuti. Tutti elementi cardini per una buona cura dei propri profili.

D: Oggi ci sono diverse realtà che supportano gli autori che decidono di intraprendere un percorso in self, penso a Youcanprint per esempio. I tuoi libri sono pubblicati da Amazon KDP, come ti trovi? Hai mai pensato di cambiare piattaforma?

R: Esatto, i miei romanzi sono tutti presenti solo su Amazon (andate a dare un’occhiata!), e non ho mai pensato di cambiare piattaforma, penso che Amazon KDP, al momento, per me, sia la migliore, anche se onestamente, sto pensando di sperimentare un po’ e pubblicare anche su Rakuten Kobo.

D: Entriamo un po’ di più nello specifico con Amazon KPD: una volta che hai un testo ultimato e pronto per la pubblicazione, quali sono le operazioni che un selfer deve compiere per arrivare a vederlo disponibile su Amazon? E che tempi ci sono?

R: Caricare un file impaginato come si deve è veramente facile. Come prima cosa bisogna creare un proprio account, inserendo tutti i dati, anche quelli bancari dove saranno accreditati i ricavi. Fatto questo passaggio, si trasferisce il file, la cover (attenzione che non contengano immagini troppo esplicite, Amazon potrebbe oscurare il romanzo), si riporta la trama (non la sinossi), tempo 48 h, e il libro dovrebbe apparire nello store.

Ogni tanto ci sono degli intoppi, e il tempo potrebbe essere più lungo.

D: Hai mai pensato che uno dei tuoi romanzi potrebbe avere un pubblico più ampio se affidato a un editore? In altre parole: torneresti in dietro proponendo un tuo testo all’editoria tradizionale?

R: Sicuramente con l’aiuto di una CE valida, arriveranno più lettori. Il punto fondamentale è che devi, comunque, saperti muovere da sola per la promozione e gestione social. L’editore ti supporta per quello che può, il resto è nelle tue mani.

Un giorno non escludo di inviare il manoscritto a una casa editrice.

D: Scrivere è un mestiere, scrivere e pubblicarsi è un doppio mestiere: ti sei mai sentita scoraggiata o sopraffatta dalla tua vita da selfer?

R: Hai detto bene! Scrivere è solo la metà del lavoro. La gestione della promozione, trovare delle bookblogger che hanno veramente voglia di leggere il tuo romanzo, curare i contenuti affinché riescano a catturare sempre nuovi follower è sicuramente più difficile. Lo scoraggiamento e la sopraffazione sono una compagnia costante, spesso accompagnata da: “ma chi me lo ha fatto fare!” Poi arrivano gli angeli custodi, che ti lasciano recensioni talmente piene di affetto, ti supportano incoraggiandoti ad andare avanti. A quel punto, si riporta il cosiddetto “popò” sulla sedia, ci si rimboccano le maniche e ricomincia!

D: Adesso ti chiediamo di salire in cattedra e mettere la tua esperienza al servizio dei novelli scrittori: perché dovrebbero scegliere il self e quali sono le cose che dovrebbero valutare prima di autopubblicarsi con una piattaforma?

R: Se dovessi valutare la mia esperienza con il self è sicuramente positiva. Lo rifarei mille volte. In termini di libertà di movimento non ci sono paragoni. Sei padrona di te stessa e puoi muoverti come meglio credi, sia in termini positivi che in quelli negativi.
Prima di autopubblicarsi, secondo me, si dovrebbe valutare se effettivamente percorrere questa strada sia quella giusta e magari provare prima con la CE.
Capito questo aspetto fondamentale, si intraprende il percorso. Ma, badate bene, qualsiasi sia la strada che si intraprenderà (self o ce), il lavoro di promozione, gestione social e tutto il resto dovrete farlo da soli, facendo attenzione a una cosa importantissima: in self siete liberi di decidere cosa, quando e quanto pubblicare, con la CE, invece, dovrete concordare i contenuti. Una volta firmato il contratto, per tutta la sua durata, il romanzo sarà vincolato.

Grazie a Rachele che ci ha raccontato la sua esperienza; non ci resta che aspettare il suo nuovo romanzo per farvelo conoscere!


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9 pensieri riguardo “Self-Publishing: Vantaggi e Sfide secondo Rachele Vestri

  1. Il self-publishing, se ben fatto, è un’occasione alternativa per gli autori emergenti ed è senz’altro da incentivare e promuovere. Peccato che, a volte, è proprio la qualità che manca sia come qualità della scrittura che nella qualità dell’editing.

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