Come scegliere la giusta Casa Editrice per il tuo libro

Oggi parliamo delle figure cardine del mondo editoriale: la Casa Editrice. Considerata un obiettivo da raggiungere per ogni aspirante scrittore, la CE è un mondo affascinante e complesso e merita, secondo noi, di essere approfondita un po’ meglio.

Abbiamo scelto di farlo in compagnia di Sergio De Tomi, patron di De Tomi Editore, piccola casa editrice nata nell’ottobre del 2023 e già diventata un punto di riferimento per la narrativa.
In un mondo aggressivo come può essere quello editoriale questa CE si caratterizza per i toni tranquilli e la passione: il catalogo cresce senza fretta attraverso una selezione mirata di storie che vale la pena leggere e che hanno il diritto di essere coccolate.
La potremmo, forse, definire come “editoria artigianale”, ossia un tipo di editore che conosce profondamente non solo il proprio catalogo ma anche le qualità delle sue storie e riesce, in maniera personalizzata e curata, a portarle nelle mani dei lettori giusti.

Ma cominciamo con la nostra intervista perché abbiamo tante domande per Sergio.

Editore in lettura

D: Si sente spesso dire che l’editore è una figura complessa che ne riunisce molte altre al suo interno. Ma tu come definiresti questa figura professionale indispensabile all’interno del mondo editoriale?

R: Dipende molto dalla dimensione dell’editore. Nelle realtà piccole o neonate, come il marchio De Tomi, l’editore segue spesso in prima persona ogni step, dalla selezione alla pubblicazione, fino alla promozione. Più la dimensione della realtà cresce, più l’editore tende ad essere quella figura che porta avanti una visione, indica la direzione e gestisce le persone. Ciò non toglie che è una scelta personale poi quanto essere coinvolti nel processo; io lo amo e difficilmente riuscirei a staccarmi completamente dall’operatività, in futuro.

D: Si pensa spesso che editore e Casa Editrice siano la stessa cosa, ma non è sempre vero; anche un libro pubblicato in selfpublishing ha bisogno di un editore (che solitamente è l’autore). E questo ci porta a una domanda difficile: perché un autore dovrebbe preferire rivolgersi a una Casa Editrice piuttosto che essere editore del proprio libro?

R: Non è poi così difficile 🙂 Agli autori dico sempre: “se hai la capacità economica per ottenere un editing di qualità e una copertina professionale, se hai capacità di marketing e autopromozioni richieste dal mercato editoriale… allora nulla ti vieta di andare in self perché il risultato finale (in termini di prodotto e risultati) non sarà tanto diverso dal pubblicare con un editore”. Di sicuro un editore serio – quindi almeno NO EAP (Editore A Pagamento) – oltre a darti gli elementi sopra citati fornisce anche una certa credibilità per accedere ad alcuni canali cui magari sarebbe più difficile arrivare, come librerie e presentazioni. Ma per onestà va anche detto che non sono elementi cruciali per arrivare a vendere con il proprio libro; sono sicuramente un “di più”. Spero di aver risposto alla tua domanda.

D: Sei stato chiarissimo ma ora dobbiamo parlare più nello specifico di voi. La De Tomi Editore ha un catalogo ancora in crescita che però promette molto bene, con testi interessanti e ben curati nelle edizioni. Cosa ti aspetti dal futuro per questa Casa Editrice e come mai, in un Paese dove la lettura è poco praticata, hai scelto di diventare editore?

R: Come spesso racconto, non ho scelto guardando al mercato e al portafogli, il mio lavoro è alimentato dalla passione. Ho sempre amato il mondo dei libri e delle storie, e confezionare nuove storie per i lettori è ciò che mi fa alzare con il sorriso al mattino. Cosa mi aspetto dal futuro? Una crescita importante, ma soprattutto mi auguro di riuscire a consolidare la community che si sta creando, portando avanti i nostri principi di vicinanza a lettori e autori, creando qualcosa che vada oltre la mera vendita di libri.

Editore in correzione

D: Veniamo alle cose pratiche in modo da capire meglio cosa fa un editore: qual è la tua giornata tipo?

R: La prima regola è che un editore non ha una giornata tipo, perché ogni giornata è sempre diversa dalla precedente. Il mio poi è un caso davvero particolare: come racconto nei social, questo non è un lavoro full time perché quello che guadagno lo reinvesto in libri, promozione e fiere. Quindi, per risponderti: la mattina mi alzo e vado al lavoro (l’altro, sono il responsabile marketing di KOM, una web agency a Padova). La sera torno a casa, accendo il PC e inizio a lavorare alla casa editrice; rispondo e smisto le mail, programmo i contenuti social, valuto, edito etc… questa cosa si estende spesso al weekend. 

D: Ci sono centinaia di Case Editrici più o meno grandi in Italia e tutte si differenziano per qualcosa: qual è la caratteristica che secondo te non può mancare a un editore?

R: L’onestà e la trasparenza. Almeno, questo è ciò che cerco di veicolare con De Tomi Editore. Oltre a questo, come già sai, piantiamo un albero per ogni libro venduto tramite il nostro sito e solo nel 2024 ne abbiamo piantati oltre 400. Quest’ultima è un’iniziativa a cui sono molto legato, essendo la sostenibilità un tema cruciale per la mia generazione e per quelle future. Un ultimo aspetto che ci tengo a rimarcare è che, al momento di ogni nuova pubblicazione, anticipiamo ai nostri autori le royalties pari a 50 copie vendute. Un gesto simbolico, non parliamo certo di milioni,  ma è un chiaro messaggio per dire ai nostri autori che crediamo – e investiamo – in ciò che pubblichiamo. In un mercato che prima di pubblicare spesso chiede – anziché dare – mi sembra doveroso.

D: Veniamo a qualche domanda che ogni autore si è fatto almeno una volta nella vita: cosa spinge un editore a pubblicare un libro e a rifiutarne un altro?

R: Anche questa è una domanda molto personale, ti risponderò per quanto riguarda De Tomi Editore. Io pubblico i libri che leggerei da lettore. Se non mi piacciono, non posso venderli. Non avrei entusiasmo né spinta commerciale. Poi certo, un occhio alle tendenze del mercato lo metto sempre, ma prima di tutto seleziono libri che mi emozionano e mi fanno restare sveglio la sera, prima di dormire. Alla fine l’arte si vende trasmettendo emozioni, e sono quelle che cerco quando valuto nuovi libri. Ciò non significa dunque che un libro rifiutato da noi non abbia valore. Semplicemente non ha incontrato il mio gusto, che è soggettivo e non assoluto.

D: Mettiti per un momento nei panni di un autore alle prime armi: hai scritto la parola “fine” e inizia a guardarti intorno per decidere il destino del tuo manoscritto. Quali sono le cose che valuteresti per scegliere una Casa Editrice piuttosto che un’altra?

R: Cercherei una casa editrice che sia dichiaratamente NO EAP (non editore a pagamento). Questo elemento non è sempre una garanzia, molti lo usano in modo superficiale; se un editore ti fa pagare una scheda di valutazione prima di offrirti un contratto, è comunque un EAP. Se un editore ti OBBLIGA ad acquistare copie prima di pubblicare, è un EAP. Perciò è bene sempre informarsi online, nei forum, oppure chiedendo info agli autori che hanno già pubblicato con quell’editore. 

D: Siamo pienamente d’accordo con te, gli EAP hanno soffocato centinaia di libri interessanti che dopo essere stati stampati non hanno avuto la minima promozione. Ma, invece, rimanendo sullo stesso argomento, dal punto di vista strettamente pratico: qual è il modo corretto per presentare un manoscritto a una Casa Editrice?

R: Consiglio sempre di studiare bene il catalogo, capire in quale collana potrebbe inserirsi il proprio inedito e adattarlo il più possibile alle norme redazionali dell’editore, ove presenti. Scrivere poi una mail che faccia capire all’editore che questo lavoro è stato fatto, non avendo paura di essere prolissi, anzi: l’editore odia le mail striminzite, che danno la percezione di essere CCN con altri 50 editori. La cosa più importante comunque rimane la presentazione del romanzo e, soprattutto, la sinossi. Dev’essere scritta bene, includendo tutto lo sviluppo del romanzo e il finale. Come dico sempre, non deve essere un trailer. Il 60% delle sinossi che riceviamo non sono sinossi ed è un problema perché non ci permettono di valutare il romanzo nella sua interezza, anche commercialmente. Il lettore deve capire che non è umanamente possibile per un piccolo editore leggere per intero tutti i romanzi ricevuti. Per dire, in questo momento nella casella e-mail ne conto più di trecento.  

Libreria con best seller

D: Una volta che un manoscritto viene accettato da una Casa Editrice, quali sono i passaggi deve affrontare prima di diventare un libro ed essere disponibile nel suo formato definitivo?

R: Prima di tutto, l’editing. Questo può essere più o meno corposo, dipende dallo stato dell’opera nel momento in cui viene selezionata e quanti giri di revisione ha già ricevuto dall’autore o da altri editor. In ogni caso l’editing è un processo che viene effettuato a 4 mani, con un confronto continuo e serrato tra editor e autore. Parallelamente lavoriamo con l’illustratrice allo sviluppo della copertina, anche qui confrontandoci con l’autore per idee e ispirazioni da portare nel disegno. Completati questi due step, si passa alla correzione di bozza e infine a impaginazione e visto si stampi. Da quel momento in poi, è tutto marketing.

D: In Italia, ormai è cronico, abbiamo uno zoccolo duro e ristretto di lettori e pare evidente che sia necessario un lavoro congiunto tra autori ed editori per cercare di ampliare il mercato e attirare il pubblico. Da editore, cosa pensi che si potrebbe migliorare nel panorama editoriale per essere più accattivante?

R: Credo che sia fondamentale un approccio diverso e meno distaccato da parte del mondo editoriale. Questo potrebbe portare i lettori ad avvicinarsi e comprendere meglio il nostro mondo, e inizierebbero a comprendere perché i libri costano di più rispetto al passato, perché un ebook viene venduto a 6€ anziché a 0.99€.
Ma soprattutto, aiuterebbe quelli che oggi non sono lettori a riscoprire il piacere del mondo letterario. Tuttavia, per questo passaggio credo sia fondamentale un autocritica anche da parte di un certo pubblico di lettori, che oggi è diventato molto giudicante nei confronti di chi legge determinati libri o generi. Ecco, credo che questo concetto vada superato. Una persona deve sentirsi libera di leggere quello che vuole, quando vuole e dove vuole, senza avere il timore di parlarne. La stessa cosa vale per le nuove forme di lettura, come gli audiolibri. Quante volte capita di sentire la frase: “se lo hai ascoltato non puoi dire di averlo letto”? Tutto ciò è sbagliato, così si demonizza chiunque provi anche solo ad avvicinarsi da fuori a un mondo nuovo.

Grazie a Sergio De Tomi per il tempo che ci ha dedicato e per averci aiutato a raccontare un po’ meglio aspetti non sempre chiari agli aspiranti autori.
Noi continueremo tra qualche settimana la conoscenze delle figure che orbitano attorno all’editoria, nel frattempo vi chiediamo se siete scrittori e se avete esperienze con le CE.


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10 pensieri riguardo “Come scegliere la giusta Casa Editrice per il tuo libro

  1. Intervista molto interessante che fa capire molto bene che per fare l’editore nei migliori dei modi ci vuole cuore e passione, oltre naturalmente la competenza tecnica.

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  2. Intervista molto interessante, ho apprezzato molto il discorso sul giudizio e il (pre)giudizio sui generi, trovo che sia davvero limitante e che contribuisce alla creazione di nicchie che non riescono a fare rete per diffondere la cultura del libro purtroppo

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    1. Pienamente d’accordo con te… la sfortuna delle piccole e medie CE è la mancanza di una rete di sostegno tra loro che spesso finiscono messe in ombra dalle big pur avendo articoli davvero validi

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      1. Infatti è molto meglio continuare a parlare di editori medio-piccoli seri e professionali, che seguono DAVVERO gli autori e che rispettano impegni e scadenze contrattuali.

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