Impatto duraturo: eredità letteraria di Louisa May Alcott

Nella quinta tappa della Via dei Giganti stiamo per incontrare una scrittrice cult della narrativa per ragazzi, amatissima da tutte le generazioni di giovani lettori dagli anni Settanta dell’Ottocento ad oggi: parliamo di Louisa May Alcott.

La Alcott nacque nel 1832 a Germantown in Pennsylvania, una cittadina che oggi è un quartiere di Philadelphia.
Il padre era un filosofo abbastanza noto mentre la madre era un’attivista la cui famiglia era originaria di Boston, città nella quale la famiglia Alcott si trasferì poi nel 1838.
Louisa era la seconda di quattro sorelle, un contesto familiare che incise molto sulla sua futura carriera da scrittrice.
Nel 1940 gli Alcott si trasferirono nella cittadina di Concord, nel Massachusetts dove Louisa ricevette un’istruzione domestica; la famiglia non aveva la possibilità economica per far frequentare la scuola alle figlie e solo la più piccola, Abigail, venne iscritta a scuola.
Proprio a causa dell’incertezza economica della famiglia, Louisa fu da sempre abituata al lavoro come sarta, domestica o governante. Solo in un secondo tempo si espresse come scrittrice.
Inoltre l’intera famiglia Alcott era impegnata in una rete clandestina nota come Underground Railroad, una sorta di percorso sicuro gestito dagli abolizionisti che aiutava gli schiavi del Sud a raggiungere le terre libere del Nord e il Canada.
Louisa crebbe quindi come uno spirito anticonformista: abolizionista e attivista per l’estensione del suffragio alle donne.
La fine degli anni Cinquanta dell’Ottocento segnò anche l’inizio di un periodo molto problematico per Louisa: la mancanza di lavoro la portò a meditare il suicidio, la sorella maggiore, Anna, si sposò abbandonando la famiglia e quella minore, Lizzie, morì.
La Alcott visse con particolare dolore la fine di quella sorellanza che aveva cementato la famiglia e le aveva permesso di affrontare con vigore le ristrettezze economiche e il difficile periodo storico americano.
La famiglia Alcott fu ulteriormente colpita dalla sfortuna quando la madre venne a mancare nel 1877 e due anni dopo anche la sorella più piccola mori: Louisa ne adottò la figlia che aveva appena due anni.
Il padre venne colpito da ictus pochi anni dopo e Louisa ne divenne fidata infermiera fino alla morte.
Louisa May Alcott morì a Boston nel 1888 e la causa della morte non fu chiara: secondo alcuni si trattava di un ictus, mentre altre testimonianze parlarono di avvelenamento da mercurio, elemento con la quale la scrittrice era stata tratta mentre prestava servizio come infermiera durante la Guerra civile americana.

Una scrittrice familiare

Louisa May Alcott si caratterizzò per aver portato un linguaggio estremamente quotidiano e delle tematiche familiari all’interno della narrativa per ragazzi.
Buona parte dei suoi testi ha radici nella quotidianità della sua famiglia e nel suo vissuto.
La prima performance letteraria fu una raccolta di racconti dal titolo Flower Fables del 1855.
Con lo scoppio della Guerra di secessione (1861 – 1865) la Alcott si dedicò a servire come infermiera ma portò comunque avanti la sua attività letteraria proseguendo con la stesura di racconti che poi trovarono spazio in diverse raccolte.
Utilizzò anche uno pseudonimo, A. M. Barnard, per dare vita a racconti dai toni più adulti e appassionati.

Piccole donne

Ma l’anno della svolta per lei è il 1868 nel quale diede alle stampe il primo libro di una quadrilogia destinata a entrare nell’Olimpo dei romanzi di formazione: Piccole donne (Little Women: or Meg, Jo, Beth and Amy).

Il romanzo venne pubblicato negli Stati Uniti inizialmente in due volumi (oggi lo si presenta solitamente come un testo unico), mentre in Europa, dove ricevette analogo successo, non venne mai abbandonata la suddivisione in due distinti libri: Piccole donne e Piccole donne crescono (Good Wives).
A questo romanzo ne seguirono altri due: Piccoli uomini (Little men, nel 1871) e I ragazzi di Jo (Jo’s Boys del 1886).

L’intera quadrilogia segue le vicende di una famiglia, i March, che ha molto in comune con gli Alcott: la famiglia March si compone di un padre quasi del tutto assente perché impegnato in qualità di cappellano al fronte durante la Guerra di secessione, una madre che deve far quadrare i conti e crescere la prole e quattro sorelle che sono le vere protagoniste delle storia: Meg, Jo, Beth e Amy.
Le ragazze, in età adolescenziale, dovranno diventare adulte facendo le loro esperienze e crescendo nella sana morale che la madre gli insegna quotidianamente.

Piccole donne crescono

I March si presentano al lettore come una sorta di matriarcato nel quale la famiglia è il nucleo e il centro di ogni attività.
Il legame tra le sorelle è fortissimo, ma le vicende della vita lo metteranno a dura prova nella seconda parte del romanzo (Piccole donne crescono), ambientato tre anni dopo il precedente per mostrare un salto temporale necessario alla narrazione; la sorellanza sembra venire meno quando Meg sposa il suo pretendente e costituisce una famiglia propria, Jo diventa una scrittrice sposando un professore di filosofia, Beth muore di scarlattina e Amy abbandona la casa paterna per viaggiare in Europa.

Piccoli uomini si occupa della seconda generazione della famiglia e in particolare dei figli delle tre sorelle le cui avventure sono raccontate dallo sguardo di Jo che con il marito ha aperto una scuola pubblica.
Il capitolo conclusivo, I ragazzi di Jo, si svolge dieci anni dopo Piccoli uomini e porta a termine la saga raccontando la vita dei ragazzi, ormai uomini, figli delle sorelle March.

Piccoli uomini

La Alcott racconta con questa saga familiare un intero periodo storico dal punto di vista più comune, quello delle persone che sono il vero tessuto sociale dell’America di quel periodo.
Ma non si tratta di un romanzo storico: la Alcott non rinuncia mai a offrire con delicatezza visioni di quella sana morale che, in un modo o nell’altro, riesce sempre a salvare i membri della famiglia dagli errori.
I March e i loro discendenti sono al tempo stesso esploratori della vita e un modello umano per tutta una generazione di lettori, una bussola che indica la rettitudine, il perdono e il diritto di sbagliare a patto di cercare poi la redenzione.
Tutti i personaggi messi in scena dalla Alcott sfidano loro stessi a migliorare, ad agire e imparare dalle esperienze.

I libri della Alcott escono dalle pagine

Il successo immediato della saga della famiglia March ha fatto in modo che ne venissero tratte numerose trasposizioni in diversi campi artistici.

In particolare Piccole donne e Piccole donne crescono hanno visto la partecipazione al cinema di attrici di grido come Elizabeth Taylor e Katharine Hepburn nel ruolo di Jo.
Numerosi sono gli anime tratti dalle novelle della Alcott, in particolare negli anni Ottanta dove furono ben due le serie dedicate ai suoi romanzi (Piccole donne della Toei Animation che venne realizzato per due stagioni consecutive e Una per tutte, tutte per una della Nippon Animation).

Lo stesso successo le ebbero gli altri due romanzi della saga che divennero l’anime del 1993 Una classe di monelli per Jo (della World Masterpiece Theater).

I ragazzi di Jo

È indiscutibile che il lavoro della Alcott abbia formato milioni di lettori e dato vita a un modello di famiglia unico e vero: il grande lavoro della scrittrice è stato quello di raccogliere la realtà e trasportarla all’interno della letteratura per renderla immortale ed educativa.

La ricerca di un costante miglioramento personale supportato dall’affetto di un nucleo famigliare, è il tema principale della sua opera e ha stabilito un’insieme di valori che sono ancora validi e ai quali tendere.


Scopri di più da La Parola Giusta

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

6 pensieri riguardo “Impatto duraturo: eredità letteraria di Louisa May Alcott

  1. Piccole donne è stato uno dei primi romanzi che ho letto da ragazza. Mi è piaciuto molto perché è un libro che fa riflettere ma anche piangere. Grazie per avermi ricordato questo libro e questa autrice.

    Piace a 2 people

Scrivi una risposta a Lorenzo A. Avanzini Cancella risposta

Scopri di più da La Parola Giusta

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere