Roma, le origini del mito

Roma, le origini del mito di Giuliano Conconi, Primiceri Editore, 2023

Tutti conoscono la Roma imperiale, le gesta degli eroi della Repubblica, i fasti e le conquiste di uno dei popoli che maggiormente ha segnato le sorti del mondo antico, ma ci sono ancora ombre sull’origine di questo impero…

“Roma non è stata fatta in un giorno” recita il famoso proverbio e nessuno meglio di Giuliano Conconi lo sa. Il suo libro è un viaggio affascinante, a cavallo tra la saggistica e la narrativa, che ripercorre la storia della capitale dalla fuga di Enea da una Troia in fiamme fino alla morte del settimo re, quel Tarquinio il Superbo che sancì la fine del regno per dar vita alla Repubblica.

Nel mezzo si sono snodate storie e leggende che sono state le fondamenta non solo storiche di Roma ma anche culturali; qui sono nati miti straordinari che hanno formato il modo di pensare dei cittadini romani, una filosofia che poi, nei secoli, è stata esportata in tutti i territori conquistati. Un vero e proprio modo di pensare “alla romana”.

Se le vicende sono interessanti di per sé, è interessante notare che da quel pensiero è nato anche il Diritto Romano, lo stesso che è oggi la fonte principale del nostro ordinamento giuridico e al quale, quindi dobbiamo molto.

Quando i corvi iniziarono a banchettare sui resti dei caduti, Mezzio si fece incontro a Tullo.
Il primo a cavallo, perfettamente riposato e pulito.
Il secondo a piedi, ricoperto di fango e sangue, i capelli incrostati e appiccicati sulla fronte. In mano una spada di fattura tirrena, strappata nel furore dello scontro chissà a chi ma di certo non degna di un re.
Il governatore di Alba simulò noncuranza e il monarca finse di abboccare, mantenendo il controllo: fece un cenno col capo al traditore per confermargli che Roma aveva vinto, e che lui e i suoi uomini potevano tornare all’accampamento in attesa dei festeggiamenti del giorno successivo.
Mezzio, visibilmente sollevato, girò il suo cavallo e, petto in fuori, torno tra i suoi soldati, convinto di averla fatta franca.
All’alba, gli eserciti vennero radunati per assistere al sacrificio purificatore.
Tullo Ostilio, ripulito e riposato, salì su una pedana improvvisata e prese la parola.

Il ratto delle sabine, la guerra tra Orazi e Curazi, la Lupa e i gemelli, tutti racconti che l’autore colloca in ordine sequenziale stabilendo come anno zero quello di fondazione di Roma: il libro quindi comincia 440 anni prima della nascita di quella che sarebbe diventata la capitale di mezzo mondo (con la figura di Enea) e si conclude nel 257° anno dalla sua fondazione (con il Superbo).

Conconi è un equilibrista professionista nel tenere alta l’attenzione con parafrasi narrative che scorrono veloci e piacevoli, alternate a note storiche che seguono le vicende su un binario parallelo giustificando, e a volte smentendo, quelle che sono le storie tramandate.

Sebbene si conosca tanto di questo Impero, le sue origini sono un tratto della storia che il grande pubblico spesso snobba: niente gladiatori eroi delle arene, niente popoli da assoggettare in terre lontane, niente guerre con gli elefanti. Eppure è stato un piacere tornare a esplorare quei momenti storici che hanno visto protagonisti Numa Pompilio, Servio Tullio, la ninfa Egeria e tutti gli altri. Storie di magia e potere che hanno creato i Romani e che ne avrebbero decretato il carattere orgoglioso e inarrestabile nei secoli successivi.