Siamo in piena epoca vittoriana quando nell’Inghilterra dell’imperialismo compaiono libercoli di scarso valore stilistico, quasi dozzinali, ma capaci di influenzare la letteratura dei secoli successivi: sono i penny dreadful.
L’Ottocento fu un secolo molto particolare dal punto di vista letterario e sociale, soprattutto nei Paesi anglofoni: le rivoluzioni industriali del secolo precedente e la nuova presa di coscienza dell’essere umano attraverso l’Illuminismo, si scontravano con una realtà cruda di antiche tradizioni e credenze che non volevano morire e una modernità imperante guidata da una rigida morale.
In mezzo a tutto questo scombussolamento scrivevano i loro capolavori autori come Charles Dickens e Jane Austen.
Ma proprio questa incongruenza tra elevazione morale e residui di un passato ancestrale, diedero vigore a un genere letterario che dettò legge per decenni: il gotico.
Cos’è il romanzo gotico
Il romanzo gotico, così come lo intendiamo oggi, nasce in un periodo dove l’essere umano si stava emancipando dal suo secolare passato di riti e tradizioni ma con una velata incertezza.
Se città come Londra o Parigi con le loro strade illuminate dall’elettricità potevano essere già considerate moderne durante il XIX secolo, le campagne e le capitali dell’est Europa vivevano ancora di lunghe notti senza corrente elettrica, spesso isolate dai rigidi inverni e, per questo, ancora fortemente avvolte in una cappa di superstizioni che avevano lo scopo di spiegare i fenomeni quotidiani attraverso i cicli della natura (e dei campi agricoli in particolare).

Inevitabilmente le due realtà finirono con lo scontrarsi, provocando una netta frattura tra le ricche ed emancipate città industriali e le campagne rurali più povere.
Ma non fu uno scontro solo sul piano sociale: la letteratura trasse profonda ispirazione da quelle suggestioni, come accadde per Bram Stoker che nel suo Dracula mise in scena un personaggio oscuro proveniente dalle regioni boscose e inaccessibili dell’est Europa. Stava nascendo un modello di letteratura che cercava di diffondersi come un virus nella Londra vittoriana, pronta a difendersi con la propria scienza: luoghi abbandonati e sinistri, fantasmi, vampiri e mostri di ogni sorta avevano il preciso scopo di spaventare (e stupire) i lettori.
I penny dreadful, spaventi a basso costo
E proprio sull’onda della rinascita del romanzo gotico nacquero in Inghilterra i penny deadful, pubblicazioni settimanali in fascicoli caratterizzati da un costo molto contenuto, un penny per l’appunto.
La loro traduzione in italiano corrisponde a qualcosa come “spaventi da un penny”.

Queste pubblicazioni erano di carattere popolare e destinate a una popolazione medio borghese che fosse in grado di leggere ma che puntasse principalmente a fuggire dalla propria dura realtà, attraverso storie e racconti dal forte impatto e dal basso costo.
Il prezzo popolare, però, aveva dei risvolti sulla qualità del prodotto che spesso si presentava con trame banali, errori grammaticali e corredato da illustrazioni piuttosto brutte.
Tutto era improntato all’impatto immediato sul pubblico senza preoccuparsi troppo della forma.
In Cronache letterarie anglosassoni vol. III, Mario Praz ci riporta le indicazioni di un editore al proprio illustratore su come doveva apparire un’immagine a corredo di un racconto; l’editore si esprimeva in questi termini: “Gli occhi devono esser più grandi, e ci dev’essere più sangue, molto più sangue!”.
Questa breve frase è sufficiente a farci capire lo spirito con il quale venivano studiate le storie dei penny dreadful.
Una fortuna duratura nel tempo
Ma com’è possibile che i penny dreadful con la loro scarsissima qualità siano diventati tanto rilevanti nel panorama letterario del XIX secolo e abbiano influenzato anche il cinema?
La risposta è data proprio dal forte impatto che ebbero sul pubblico.
I personaggi e le storie raccontate nei penny dreadful ebbero una vastissima diffusione e una notevole presa su di un pubblico molto vasto, riuscendo ad entrare nell’immaginario collettivo e dando origine a molte convinzioni sul mondo gotico che permangono ancora oggi.
Autori del calibro di Robert Luis Stevenson e J. M. Barrie dichiararono più volte che le suggestioni ricevute dai penny dreadful influenzarono la loro scrittura e le loro storie.

Ma anche diversi personaggi nati all’interno delle storie vennero poi ripresi diventando protagonisti di pubblicazioni più curate e dall’esito più felice come il famoso Sweeney Todd, pseudonimo di Benjamin Barker il protagonista di The demon barber of Fleet Street comparso inizialmente in una storia pubblicata in diciotto puntate sui penny deardful nel 1846 ed entrato nell’immaginario collettivo come uno dei primi serial killer della storia (pur non essendo mai davvero esistito).
La fortuna del personaggio fu tale che nel tempo ne trassero più di una ventina di rivisitazioni tra musical e film interpretati da famosi attori come Ben Kingsley e Johnny Depp.
Il vampirismo made in penny dreadful
Tra il 1845 e il 1847 venne pubblicato a puntate Verney il vampiro o il banchetto di sangue (Varney the vampire or the feast of blood) attribuito a James Malcom Rymer.
Si tratta di una storia il cui protagonista è il vampiro Sir. Francis Varney intento a tormentare la famiglia Bannerworth, ma non viene mai precisato un periodo storico di riferimento che appare molto confuso e impreciso, così come la trama che presenta notevoli buchi e imprecisioni che disorientano il lettore.
La lunghezza del testo, poi, non aveva quasi paragoni all’epoca: 868 pagine in doppia colonna per un totale di oltre 200 capitoli.

Tuttavia il personaggio di Varney ha avuto un impatto molto profondo nella letteratura vampiresca compresa una certa influenza su Bran Stoker nella realizzazione del suo capolavoro.
Il vampiro di Rymer è un personaggio ambiguo che non teme la luce, l’aglio o le croci ma è in grado di portare avanti un’esistenza umana fino a quando la sua sete di sangue non lo induce in crimini violenti per sopravvivere.
A parte questo, Varney ha i classici canini affilati, una forza sovrumana e può ipnotizzare le sue vittime che una volta morse presentano i due fori sul collo che diventeranno poi il “marchio di fabbrica” del vampirismo.
Nonostante non ci venga mai davvero spiegata la nascita del vampiro (nel corso della storia Varney muore e rinasce diverse volte e sempre in maniera differente), Rymer lo presenta come una vittima che soffre della sua condizione, un tema che verrà poi ripreso spesso (La figlia di Dracula, Dark Shadows, Intervista con il vampiro e nella serie Buffy l’ammazzavampiri nelle figure di Spike e Angel).
Anche Frankenstein di Mary Shelley ha un debito nei confronti del vampiro Varney che in una parte del romanzo racconta di essere stato creato da un medico di nome Chillingworth che utilizza le sue competenze per riportare in vita un cadavere.
L’impatto che i penny dreadful hanno avuto sul loro secolo nella creazione di un mondo gotico collettivo è impressionante tenendo conto della loro pessima qualità editoriale o della banalità di alcune storie.
Molti personaggi che oggi diamo per scontati sono nati proprio tra le pagine di un penny dreadful e hanno poi avuto la forza di prendersi una loro indipendenza diventando figure emblematiche non solo della letteratura ma anche del cinema, finendo con l’avere serie televisive dedicate a loro.
Senza il successo dei penny dreadful anche l’impatto del romanzo gotico sull’immaginario collettivo sarebbe stato molto più delicato e forse personaggi come il Dracula di Stoker avrebbero fatto più fatica ad avere successo.
Conoscevate i penny dreadful? Scrivetecelo nei commenti.
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Un articolo molto interessante sulle origini del romanzo gotico!
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Più che sulle origini, sul suo slancio 🙂
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Li conoscevo ma non avevo idea che gli dovessimo così tanto. Davvero un articolo interessante.
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Sono le piccole sorprese della letteratura ahahah
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Concordo con te, articolo curioso e interessante.
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Non li conoscevo. Articolo molto interessante 👏👏👏
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Grazie 🙂
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