Come acqua sulle rocce

Come acqua sulle rocce di Raffaele Longo, Bookabook, 2024

Classificazione: 3.5 su 5.

I barbari sono alle porte e la contea di Anthares rischia di perdere il proprio prestigio e la propria influenza. Tra atroci delitti, inganni e giochi di potere, l’autore Raffaele Longo mette in scena un racconto epico dal gusto inaspettato.

Beregor diventa improvvisamente conte di Anthares. Dalle sue scelte dipendono le sorti di tutto il ducato ma le minacce per lui sono ovunque: Anthares, infatti, ha perso il suo splendore reso opaco dalle invasioni dei barbari Unuk, terribili guerrieri assetati di sangue e terre fertili.
Ma nemmeno a palazzo Beregor può dormire sonni tranquilli, perché gli intrighi sono all’ordine del giorno e la vita del giovane è costantemente in pericolo.
La guerra si prospetta lunga e sanguinosa eppure Beregor sente che qualcosa non quadra in quell’equilibrio precario fatto di vincitori e vinti. La pace, alla fine, è solo il dominio di una parte sull’altra?
Come potrà il giovane conte affrontare Bal e la sua bellissima figlia Alhena e uscirne con una pace duratura?


D: Il tuo romanzo è un fantasy medievale, eppure ci si intravvede molto chiaramente il contesto mondiale odierno, con giochi di potere e guerre. A cosa ti sei ispirato per creare la contea di Anthares?

R: Direi che non ho avuto un’unica fonte di ispirazione. Piuttosto, è stata la storia stessa a ispirarmi. Mi spiego. Dacché esiste la storia scritta, così come la conosciamo, i conflitti si sono succeduti, secolo dopo secolo. Come avete osservato voi stessi, anche oggi sembra che la storia si ripeta, con il mondo acceso da conflitti che vanno da oriente a occidente. Insomma, il tempo passa, ma i giochi di potere e le guerre, purtroppo, restano. Quindi possiamo dire che la storia della contea di Anthares è un po’ la storia dell’umanità.


Quello che ci propone Raffaele Longo, cui Come acqua sulle rocce è il romanzo d’esordio, è un fantasy medievale nel quale si ritrovano tutti i canoni del genere con personaggi ben caratterizzati e una trama che scorre veloce e intrigante.


D: Come acqua sulle rocce è stato scritto durante il lockdown, ma quando è nato come idea?

R: Ho cominciato a scrivere nel 2015, ma inizialmente non intendevo affatto scrivere un romanzo, perché lo ritenevo decisamente fuori dalla mia portata, all’epoca. All’inizio infatti mi ero cimentato con diversi racconti brevi, apparentemente indipendenti l’uno dall’altro. Poi però mi sono reso conto che, nonostante gli argomenti fossero diversi, seguivano tutti un unico filo conduttore: l’uso e la gestione del potere. Perciò ho deciso di metterli insieme per creare un’unica, grande storia. Durante il lockdown questo “collage” ha preso la sua forma definitiva e, così, eccomi qui a parlare con voi del mio primo romanzo!


Le atmosfere sono tipiche dello scontro tra barbari e “uomini di ferro” alla fine del quale solo uno dei due mondi potrà trionfare.

Eppure Longo riesce a mettere nelle mani del lettore una storia diversa: sebbene non manchino le scene forti fatte di sangue e arti recisi, i personaggi sono mossi da una tensione interna che, da una parte li porta a compiere appieno il loro ruolo, ma dall’altra li interroga su loro stessi.
La pace che prevede uno sconfitto è davvero pace?


D: Da una parte il tuo romanzo è un libro di formazione con giovani protagonisti che compiono il loro percorso per trovare il proprio posto, dall’altro non hai risparmiato scene di violenza anche forte. Come mai la scelta di essere così dettagliato e com’è stato mantenere in equilibrio questi due aspetti?

R: Non è stato affatto facile, però l’uno è stato funzionale all’altro. Nel percorso di crescita dei personaggi, come in quello di ognuno di noi, è cruciale mettere a nudo le violenze della guerra. Lo scopo, ovviamente, non è quello di celebrare la violenza fine a se stessa, ma quello di spingere a rifuggirla con tutta l’anima. Oggigiorno infatti siamo bombardati 24 ore su 24, attraverso qualsiasi canale comunicativo, da notizie di guerre e attentati, ai quali sembra quasi che il mondo si stia abituando. In questo contesto, le immagini crude che ho dipinto nel mio romanzo vogliono far storcere il naso a chi le guarda, perché non ci si può abituare alla guerra e alle devastazioni che essa porta con sé. 


Beregor si propone come continuazione del regno del padre che lo ha allevato con violenza, ma durante la narrazione abbraccerà con sicurezza le sue idee anche quando queste risulteranno incomprensibili per tutti quelli che avrà intorno.


D: Nel tuo libro i personaggi sono in bilico tra portare avanti il mondo com’è stato loro insegnato o prendere una decisione completamente diversa e sperare che porti a risultati diversi. Sono tutti anche ragazzi molto giovani e noi abbiamo percepito una sorta di speranza riposta nelle nuove generazioni. É davvero così o abbiamo travisato?

R: Non avete affatto travisato. Da insegnante, ovviamente, ripongo grande fiducia e speranza nelle nuove generazioni. Come diceva Gramsci: “Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso, e rinnovarmi ogni giorno.” Ecco, a mio parere, solo i giovani possono realizzare questo “capodanno”, portando un po’ d’aria fresca nell’atmosfera pesante e stantia che si respira oggi. Tante cose stanno cambiando o sono già cambiate. Mi auguro davvero quindi che, prima o poi, anche sul fronte delle guerre si comprenda che la diplomazia e la lungimiranza sono le uniche strade percorribili, se si vogliono creare processi di pace duraturi.


Sebbene ci si trovi in un fantasy medievale che ricorda molto le atmosfere de Il trono di spade, questo romanzo va oltre e il potere non è l’unico fine al quale i personaggi ambiscono, una vera piccola rivoluzione che rende il libro interessante e coinvolgente.

Lo stile di scrittura, seppure un po’ acerbo in alcuni tratti, invita a proseguire la lettura e a scoprire se e come Beregor riuscirà a raggiungere una vera pace.

La riflessione più importante che il romanzo propone è se sia necessario sanare la sete di vendetta prima di trovare un equilibrio, se i vincitori abbiano il diritto di rivalersi sui vinti o se, al contrario, il potere si esprima meglio quando non viene esercitato.


D: Beregor, uno dei protagonisti, è particolarmente complesso: ha dei doveri essendo conte di Anthares, ma non ha mezzi e deve arrabattarsi come può in un mondo in tumulto fino a riuscire a farsi ascoltare. Quindi la scelta è tra la forza della ragione e la ragione della forza?

R: Inevitabilmente è così, perchè penso che la lotta tra queste due forze sia insita nella stessa natura umana. Lo sapeva anche Machiavelli quando scriveva il suo Principe, che, per l’appunto, cito proprio all’inizio del romanzo. Tuttavia col mio racconto provo a mettere in luce l’inconsistenza della ragione della forza. Per quanto i personaggi si avvicendino, tentando di far valere le proprie ragioni con la forza, alla fine è sempre la forza della ragione che deve avere la meglio, se non si vogliono stringere tra le mani solo cenere e ossa. 


Un libro che consigliamo con piacere in questo particolare momento storico, nel quale si mettono in scena la barbarie e la violenza, ma si racconta anche in maniera molto innovativa (per un romanzo di questo genere), come sia nell’animo degli esseri umani che nascano le guerre.


D: Come acqua sulle rocce è il tuo romanzo d’esordio, non posso non chiederti com’è stata la tua esperienza da scrittore e se stai già lavorando ad altro.

R: Mi sono divertito tantissimo. Immergermi nella storia e viverla al fianco dei miei stessi personaggi è stata un’esperienza indimenticabile. La fase di editing poi è stata per me una meravigliosa sorpresa. Il mio Editor, Alessandro Betta, ha saputo guidarmi con competenza e professionalità, permettendo a Come acqua sulle rocce di raggiungere la piena maturazione. Insomma, il viaggio è stato faticoso, ma ricco di soddisfazioni ed emozioni, che mi hanno fatto superare ogni difficoltà. 
Per quanto riguarda il futuro, posso solo dire che ho iniziato a buttar giù qualche idea, ma il progetto è ancora in alto mare. Se da questa storia trarrò anche solo un briciolo della gratificazione che ho ricevuto con Come acqua sulle rocce, sarà già un successo! 


Cosa troverai in questo romanzo

Azioni veloci, guerrieri astuti e personaggi ben caratterizzati che trascinano la narrazione in avanti.

Cosa NON troverai in questo romanzo

Dialoghi fitti, elementi magici e animali fantastici.


Scopri di più da La Parola Giusta

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

8 pensieri riguardo “Come acqua sulle rocce

  1. Un romanzo fantasy medievale ricco di colpi di scena e che si fa leggere con crescente curiosità. Per essere un autore esordiente, direi che siamo sulla buona strada come qualità della scrittura!

    Piace a 3 people

  2. Da appassionato di fantasy ho letto con piacere questo romanzo e devo dire che per essere un esordiente il risultato è molto buono. Lettura molto scorrevole con ambientazione che ricorda i luoghi più bui e misteriosi del Medioevo.

    Piace a 3 people

Lascia un commento

Scopri di più da La Parola Giusta

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere