L’ora del silenzio

L’ora del silenzio di Sabrina Fava, Rossini Editore, 2024

Classificazione: 3.5 su 5.

Sabrina Fava torna con un thriller che ammicca al gotico combinando ombre che arrivano dal passato con un presente ricco di angoscianti verità.

Una cittadina di provincia negli Stati Unidi degli anni Settanta è lo sfondo per l’inquietante vicenda della famiglia Miller sconvolta dal barbaro assassinio del capofamiglia e dalla sparizione dell’ultimogenita, la piccola Dafne.
Edna e Dixie Miller, madre e figlia, si trasferiscono a Melshrow per dedicarsi a una vita più ritirata, nel piccolo cottage affacciato sul fiume e abbracciato dai boschi.
Sembra il momento di cominciare una nuova vita.
Ma ci sono ombre che si aggirano per la casa, inquietanti fantasmi e misteriose minacce che bussano alla porta.

Quello che presenta Sabrina Fava (che avevamo già conosciuto con il suo romanzo d’esordio I segreti di Melanie Cooper), è un romanzo a due voci: da una parte seguiamo la vita di Dixie Mille, tredicenne costretta a studiare a casa dall’apprensiva madre e che, per la prima volta, scoprirà cosa significa frequentare una scuola vera e propria, dall’altra ci immergeremo nel mondo di Duncan Hobbs, detective di polizia sopra le righe, dedito all’alcol e ai piaceri, poco incline ai rapporti interpersonali e imprecatore professionista.
Le vite dei due sono destinate a intrecciarsi nel momento in cui viene intimato a Hobbs di risolvere l’omicidio di John Miller, il padre di Dixie assassinato nove anni prima.

Ma le cose si complicano perché a casa Miller accadono strani fenomeni che Dixie condividerà con i suoi nuovi, improbabili, amici.
Jasper e Eliot sono diversi come il giorno e la notte: uno è il figlio del sindaco, bello come il sole e sicuro di sé, l’altro è un nerd convinto, in sovrappeso e drogato di fumetti. Eppure entrambi troveranno in Dixie il loro equilibrio in un’amicizia salda e duratura.

Tra diari da brividi, ritrovamenti scioccanti e pulsioni amorose, L’ora del silenzio promette di tenere il lettore incollato alle pagine fino all’ultima parola.

Il libro di Sabrina Fava scorre veloce, fruibile e accattivante. Leggendolo abbiamo subito ritrovato un po’ delle atmosfere alla King, con giovani protagonisti alla ricerca di sé stessi e costretti a scontrarsi con l’orrore che li circonda, ma c’è l’elemento impazzito, Duncan Hobbs, a tenere le redini: il detective ha un passato turbolento dal quale si ostina a scappare e che annega in fiumi di alcol e vizi capitali e lui, forse più degli altri, dovrà ritrovarsi per poter chiudere, una volta per tutte, il caso Miller.

Il romanzo è senza dubbio corposo (superiamo le cinquecento pagine!), ma questo non spaventa perché la lettura è scorrevole e ben strutturata. Ci dispiace per qualche errore di editing di troppo che a volte diventa eccessivo rischiando di compromettere il piacere della lettura, ma nel complesso l’abbiamo trovato molto interessante.

Gli elementi per un buon lavoro, d’altronde, c’erano tutti: il detective in crisi, il fantasma maledetto, un cold case da risolvere, giovani menti affacciate alla vita (e alla morte) per la prima volta.

Sebbene il romanzo sia autoconclusivo viene spontaneo chiedersi se torneremo a vedere Duncan Hobbs all’opera (magari con un po’ più di serenità).


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7 pensieri riguardo “L’ora del silenzio

  1. Il romanzo di Sabrina Fava è decisamente interessante sia per la trama sia per l’ambientazione (cittadina americana degli anni ’70). Concordo sul fatto che l’editing (e la correzione di bozze) poco accurata, infastidisce un poco durante la lettura. Nel complesso, comunque, si tratta di un libro interessante, con molte pagine (forse troppe) che si legge facilmente.

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