Riflessi di un omicidio

Riflessi di un omicidio di Gaetano Fabozzo, Armando Curcio Editore, 2024

Un omicidio la cui soluzione appare scontata. Una ragazza che non si fermerà alle apparenze. Un thriller tutto italiano dove i colpi di scena non mancano.

La tranquilla Bolzano, dove il crimine quasi non esiste, viene sconvolta da un brutale omicidio: Samuele Bignardi, personaggio di spicco locale noto per essere riservato nei suoi affari quanto donnaiolo nella vita privata, viene ritrovato ucciso nella sua villa appena fuori città.
Ma le indagini sembrano terminate ancora prima di iniziare: accanto al cadavere dell’uomo, infatti, viene ritrovata Patrizia Bodea, una ballerina di lap dance che non sa spiegare la sua presenza nella villa e giura di non avere ricordi della serata precedente.
Per tutti Patrizia è la colpevole e a inchiodarla non sono solo le circostanze ma anche la testimonianza della governate di Samuele e i rapporti che l’uomo e la ballerina hanno avuto in passato. Un delitto passionale di facile risoluzione.
Eppure per Emma Egger, aiutante tuttofare di Chiara Pandolfi, l’avvocato che deve difendere Patrizia, non tutto è come sembra.
Emma cercherà di ricostruire la verità senza lasciarsi accecare dalle prove raccolte e finirà per scoprire una trama fitta di inganni dove nessuno è chi dice di essere, forse nemmeno lei stessa.

D: Il tuo romanzo è ambientato in una località molto insolita per un thriller, Bolzano. Come mai questa scelta? Sei legato alla città in qualche modo?

R: Ho scelto questa città per due motivi: sono nativo di Napoli e spesso, ironicamente, quando entro in un locale, dal mio accento capiscono da dove vengo e puntualmente mi dicono: “Scommetto che sei di Bolzano.” Il secondo motivo è il suo fascino innegabile. Punto di incrocio fra culture diverse, incastonata nello splendido scenario delle Dolomiti. Secondo il mio punto di vista, Bolzano unisce l’effervescenza di una città moderna con la tranquillità di una località montana.

Il romanzo di Fabozzo presenta diversi punti interessanti a partire dalla location, la serena Bolzano, famosa per l’elevata qualità della vita e la mancanza di criminalità e che in questa vicenda viene raccontata in maniera ambigua, una città a due facce: la prima è quella bucolica dell’immaginario collettivo, la seconda è quella oscura, lussuriosa e perversa dell’Erotika Dance, un locale nel quale la buona società si ritrova per dare sfogo alle proprie pulsioni.

D: In questo romanzo ti sei cimentato in una delle cose più difficili che un autore possa fare: creare un personaggio di sesso opposto al tuo. Com’è stato dar vita a Emma?

R: Emma è nata guardandomi intorno. Volevo creare un personaggio che desse vita alle indagini, senza essere né un detective né un poliziotto.

Ma l’autore riesce a creare un senso di smarrimento nel lettore molto simile a quello che prova Emma la quale, all’improvviso, si ritrova a non avere più certezze e a svolgere il doppio ruolo di preda e cacciatrice.
I colpi di scena certo non mancano (e non saremo certo noi a svelarveli), ma possiamo dire che tutti i pezzi di un thriller ben pensato ci sono e si incastrano perfettamente.

Un altro aspetto interessante è il lavoro di ricerca che Fabozzo ha svolto per proporre ai suoi lettori un romanzo dettagliato anche dal punto di vista delle indagini.
Conoscevamo l’autore per i suoi lavori più recenti (Cielo grigio – Tra mafia e potere del 2021 e Cielo grigio – L’ombra nera della politica del 2022), nei quali la narrativa si lega a doppio filo con l’inchiesta, e in quest’ultimo romanzo riscopriamo la stessa precisione e accuratezza cui Fabozzo ci aveva abituati.

D: I tuoi precedenti romanzi erano molto differenti da questo, cosa ti ha spinto a cimentarti in Riflessi di un omicidio e come ti sei trovato a scriverlo?

R: Riflessi di un omicidio è nato in libreria durante uno dei miei eventi di firma copie. In uno di questi incontri, una persona mi ha suggerito di scrivere un romanzo che affrontasse temi come l’omosessualità, il bisogno di essere accettati e le relazioni complesse all’interno di una famiglia. Così, il libro è diventato non solo un thriller/giallo, ma anche un’esplorazione di queste tematiche più profonde. Il lettore, appassionato di indagini criminali, ama immergersi nella storia, anticipare le mosse dell’investigatore e tessere la trama insieme a lui. Desidera scoprire chi è il vero assassino prima di arrivare al capitolo finale, godendosi il brivido dell’incertezza e della suspense.

I dettagli sono importanti e l’autore è bravo a seminarne tanti, tantissimi, che a volte sono irrilevanti, a volte decisivi, ma che sebbene raccontino la storia con infinita precisione hanno anche l’effetto di non fornire mai un punto di riferimento certo al lettore, portandolo a vivere quella sensazione di incertezza che permette di non afferrare la trama fino alla fine e invoglia a seguire le vicende di Emma.

Già, Emma, personaggio caparbio e fragile, in lotta con il mondo e con sé stessa, sicura del suo intuito ma remissiva nei confronti delle persone. Emma è un personaggio che abitua il lettore ad alti e bassi (più bassi in realtà), che vive costantemente una tensione alla ricerca di un equilibrio tra le sue pulsioni e la sua morale.
Una donna dalle mille sfaccettature dove la determinazione è senza dubbio la principale e l’intuito le fa da spalla.

D: La tua protagonista, Emma, è una donna dalla vita piuttosto ingarbugliata e nonostante il suo istinto si ritrova poi spesso ad essere preda della cattiveria altrui. Parlaci di lei, che tipo è?


R: Emma è una ragazza complessa e influenzata dalla società, non accettata dal padre che, dopo la perdita della moglie, ha iniziato una nuova vita escludendo la figlia. Emma è molto testarda e determinata a far valere le sue opinioni in maniera decisa, pur con modi un po’ bruschi. Crede fermamente che se una cosa è quadrata non possa mai diventare tonda. Pensa che ormai i ragazzi della sua età, quasi trentenni, si concentrino soprattutto sull’apparire e vivano alla ricerca di approvazione tramite i social media, mostrando pettorali o tatuaggi. Più si va avanti, più sembra che nessuno si accontenti di essere solo un comprimario. Come nella vecchia canzone di Cesare Cremonini, nessuno vuole essere Robin.

Un romanzo che si legge velocemente e che spiazza il lettore grazie a una scrittura ricolma di dettagli e a una protagonista che non ha altro punto di riferimento se non il suo istinto.

D: Per finire ti devo per forza chiedere se stai già lavorando ad altro e se rivedremo Emma Egger invischiata in qualche indagine.

R: Attualmente sto scrivendo un nuovo romanzo ambientato tra le montagne, con lo sfondo di un lago. Riguardo a Emma, penso che i personaggi riprendano vita quando i lettori iniziano ad amarli. Comunque, attualmente Emma è stata accantonata, ma mai dire mai.

Allora, in attesa di spingerci sulle rive di un lago di montagna insieme a Gaetano Fabozzo, possiamo passare il tempo con Riflessi di un omicidio.


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