L’uomo che morì due volte

L’uomo che morì due volte di Richard Osman, SEM, 2021 (traduzione di Roberta Corradin)

Classificazione: 4.5 su 5.

La più improbabile banda di anziani mai entrata nella narrativa torna con un nuovo caso e, questa volta, dovranno vedersela con la malavita organizzata e i Servizi segreti.

Dopo il successo de Il Club dei Delitti del Giovedì, Richard Osman torna con un sequel davvero intrigante nel quale ritroviamo la combriccola di anziani più improbabile si sempre.

Elizabeth, Joyce, Ron e Ibrahim hanno superato i settant’anni e vivono a Coopers Chase, una casa di riposo di lusso, ma non hanno la minima intenzione di dedicare il loro tempo a realizzare collanine e preparare torte, la loro passione è il delitto.
La loro vita è stata avventurosa e finché ci sono le energie nessuno di loro ha intenzione di adagiarsi sugli allori, soprattutto Elisabeth, ex agente dei Servizi segreti, che sa esattamente come muoversi per movimentare un po’ la vita a Coopers Chase.
Questa volta, però, sono i guai a cercare il Club dei Delitti del Giovedì: Douglas, ex marito di Elizabeth e agente segreto a sua volta, l’ha combinata grossa sottraendo alla malavita venti milioni di sterline in diamanti e ora è costretto a vivere sotto protezione.
Le cose non sono nemmeno così semplici perché le persone interessate a quei diamanti sono davvero tante ed Elizabeth e i suoi amici sono gli unici di cui Douglas può fidarsi.

Una trama avvincente, ricca di colpi di scena e brusche virate delle indagini, il tutto condito dalla simpatia dei personaggi e dalle loro divertenti riflessioni.

Osman riesce a dar vita a un mondo improbabile di anziani investigatori, ma lo fa in maniera fresca, divertente e profonda.
Tutti i protagonisti sono consci della loro condizione, sanno che il loro tempo sta per scadere e che la morte è una presenza fissa a Coopers Chase, eppure reagiscono aggiungendo valore al tempo che gli rimane.
Il marito di Elizabeth, Stephen, ha la demenza senile e la sua condizione strappa sempre un sorriso e una nota di malinconia.

I personaggi di Osman sono fragili, come dimostra la vicenda di Ibrahim che verrà aggredito da una banda di ragazzini, ma hanno la forza di reagire e rialzarsi proprio perché il loro tempo vale molto più dei diamanti attorno ai quali ruota la vicenda.

Sto imparando che ogni tanto è importante fermarsi, bere un bicchiere e fare due chiacchiere con gli amici, anche se tutt’intorno cominciano a impilarsi i cadaveri. E di recente non ce ne sono mancati, di cadaveri impilati.

L’uomo che morì due volte

La vicenda viene raccontata attraverso più punti di vista, ma l’unico personaggio che parla in prima persona è Joyce, ex infermiera, entusiasta della vita e tremenda curiosona. Nel suo diario si alternano riflessioni sulla vita, storie del passato, delitti e social media (di recente Joyce si è iscritta a Instagram con il nickname @Grangioia69, cosa che le attirerà la simpatia di molti uomini focosi), ma colpisce il modo in cui l’autore riesce a rendere sia tenera che struggente la sua narrazione frammischiando note folcloristiche alla consapevolezza che la vita è un soffio.

Come per Il club dei Delitti del Giovedì, questo è un giallo ben scritto, divertente e appassionante che si legge tutto d’un fiato e al termine del quale ne vorrete ancora.


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