L’uomo del porto

L’uomo del porto di Cristina Cassar Scalia, Einaudi, 2022

Un’altra avventura per il vicequestore Giovanna Guarrasi, meglio nota come Vanina. Un delitto bussa alla sua porta ma, questa volta, non è l’unico problema che Vanina deve fronteggiare.

Quando il professore di filosofia Vincenzo La Barbera viene trovato morto all’interno di una grotta naturale scavata da un fiume sotterraneo e usata come sala da un locale esclusivo di Catania, la squadra di Vanina Guarrasi si mette all’opera.

Eppure fin da subito ci sono elementi che non tornano: cosa ci faceva il professore in quel locale? Di lui si sa che era molto amato dagli studenti e che si impegnava concretamente per proteggerli dal giro di droga locale. Che sia stato un regolamento di conti da parte di qualche boss?
La Barbera aveva chiuso i contatti con la propria famiglia e da anni viveva su una barca ormeggiata al porto, era una persona riservata e tranquilla. Chi poteva avercela con lui al punto di ammazzarlo?

Ma questa indagine, che dovrà scavare in un passato torbido e con ombre lunghe, non sarà la sola preoccupazione di Vanina.
Un proiettile è stato trovato a casa sua e ora il vicequestore deve vivere sotto scorta, una limitazione che la soffoca e le impedisce di godere della sua solitudine tanto cara.
Tra la preoccupazione dei colleghi e i segreti che Vanina è costretta a tenere con gli amici e i genitori, la verità verrà a galla esattamente com’è venuto a galla il corpo di Vincenzo La Barbera.

Il quarto libro della serie di Vanina Guarrasi (vi avevamo già parlato de La logica della lampara) è particolare. I personaggi sono gli stessi, la cucina è onnipresente al punto che è quasi impossibile leggerlo senza sentire il richiamo di qualcosa da mangiare e il delitto è misterioso al punto giusto. Eppure…

Eppure c’è qualcosa di diverso nelle atmosfere tratteggiare dalla Scalia: per la prima volta troviamo una Vanina fragile, consapevole che il suo passato ha bisogno di essere affrontato per poter cedere il passo al futuro. Ma lei è orgogliosa e guardare in faccia certe verità è arduo.

L’uomo del porto mette splendidamente in risalto il rapporto tra i personaggi: porta in superficie alcuni loro aspetti appena sussurrati nei romanzi precedenti o taciuti del tutto.

Quando si scrive una serie poliziesca c’è sempre il rischio di muoversi all’interno di cliché o di riproporre le stesse idee: la Scalia, invece, ha saputo portare nuova linfa alla sua narrazione (sempre impeccabile dal punto di vista della scorrevolezza), sistemando i nodi che avrebbero potuto intricare troppo le future vicende di Vanina e preparando il terreno per altre storie personali.

Un romanzo che si legge tutto d’un fiato e un tuffo nel mondo interiore dei suoi protagonisti.