Il pic nic e altri guai

Il pic nic e altri guai di Gerald Durrell, Gli Adelphi, 2019 (traduzione di Franco Salvatorelli)

Non c’è niente da fare: Gerald Durrell è un genio e la sua è la famiglia più pazza del mondo. Una serie di racconti che mettono in luce un Gerald molto diverso da come lo abbiamo sempre conosciuto.

Forse avete letto La mia famiglia e altri animali (qui la nostra recensione) e vi siete fatti quattro risate alle spalle dei Durrell che, per chi non lo sapesse, sono una delle famiglie inglesi più esilaranti della letteratura.

A presentarci questo gruppo animato ed eterogeneo è Gerald, il più piccolo di quattro fratelli che annoiati dal clima inglese decidono di fare fagotto insieme all’eccentrica madre e trasferirsi nell’isola di Corfù.

Sembra tutto normale se non fosse che i Durrell sono la classica famiglia inglese, abituata a regole anglosassoni che regaleranno attimi di tensione e risate nell’incontro col la mediterranea società greca.

Gerald, che ha solo dieci anni, si dimostrerà già appassionato di naturalismo e passerà buona parte del suo tempo a riempire la casa di animali con sommo disappunto dei familiari: Leslie l’appassionato di caccia a cui è bene tenere nascosti gli animali, Margo che nel pieno dell’adolescenza si occupa principalmente di dimagrire ed eliminare i brufoli e Larry, lo scrittore decadente che trasforma tutto in un attimo di teatrale tragedia.

Le risate non mancano di certo.

Il successo di questo libro pubblicato nel 1956 ha consacrato Gerald sia come scrittore (con 37 pubblicazioni a suo nome) che come naturalista (fonderà diverse associazioni per la tutela degli animali in pericolo e per la salvaguardia degli ecosistemi).

Quelli che propone Il pic nic e altri guai, però, sono una serie di racconti eterogenei che mettono in luce un Durrell diverso da quello che siamo abituati a conoscere.

Naturalmente sarebbe impensabile un libro di Durrell senza i Durrell, per cui ritroveremo tutta la famiglia al completo in un paio di episodi in apertura del libro e non mancherà neanche un’avventura greca nella quale sarà impossibile non ridere.
Ma poi i racconti cambiano strada improvvisamente e scopriamo un Durrell seduttore (e vittima di una ex appiccicosa e chiacchierona) fino a scivolare nelle ultime due perle che mettono in risalto la capacità di questo scrittore di cavarsela egregiamente anche al di fuori del suo habitat.

Gli ultimi due racconti, infatti, sfociano in generi del tutto inusuali. L’uomo della Michelin è una storia di cucina e stelle Michelin che sconfina nel macabro finale, mentre La via d’accesso è dichiaratamente un racconto dell’orrore al quale lo stesso Allan Poe avrebbe guardato con ammirazione e che vi sconsiglio di leggere in una notte buia e tempestosa.

Ѐ stata una piacevole scoperta questa inedita versione di uno scrittore dotato di un humor inglese davvero esilarante e capace di trasformare ogni cosa in una scenetta divertente, ma è stato bello (e spaventoso) anche scoprire un lato di lui magistrale e mai espresso prima.

Forse è stato proprio per mettere in luce questa sua nuova versione che questo è l’unico libro nel quale non compare nemmeno un animale.

Durrell ci insegna a non dare mai nulla per scontato, nemmeno la sua scrittura, anche se possiamo dare per certo che si tratti di un grandissimo autore.