Libri in poltrona: Madame Bovary

Quarta puntata dei nostri Libri in Poltrona che dopo aver attraversato i misteri del vampirismo con Dracula, le profezie di una strega d’altri tempi con Good Omens e il classico dell’inverno con Canto di Natale, si dedicano a un capolavoro della letteratura!

Quello di Gustave Flaubert è uno dei primi romanzi realisti della storia della letteratura, ma è anche una feroce critica sociale al suo tempo e un importante punto di riferimento per chiunque voglia conoscere meglio la storia della Francia (e dell’Europa) della metà del XIX secolo.
Ma ci sono anche molti aspetti oscuri, come il processo a Emma Bovary e il presunto ruolo da aguzzino del marito…

La storia è quella di Emma Rouault una giovane di provincia che immagina la vita matrimoniale lasciandosi suggestionare dalla letteratura. Ma quando Emma si sposa con il medico Charles Bovary scopre che il matrimonio è molto più noioso e meno passionale di quello che immaginava.
Charles, infatti, è una brava persona, profondamente affezionato alla moglie, ma è privo di passione e immaginazione e il matrimonio si trascina in una piattezza quotidiana che frustra le aspettative di Emma.
La situazione peggiora quando i coniugi vengono invitati a una festa presso il castello di Vaubyessard durante la quale, almeno per una notte, Emma può vivere la vita mondana che sogna. Il ritorno alla realtà è durissimo e la donna entra in uno stato depressivo che preoccupa molto il marito il quale, convinto di aiutarla cambiando aria, decide di accettare un incarico a Yonville.
Qui Emma conosce Léon Dupuis, giovane studente di giurisprudenza che, come lei, si mostra insofferente alla vita di provincia e “sensibile alle cose belle della vita”; è inevitabile che i due intreccino una relazione amorosa che però si interrompe quando il ragazzo si trasferisce a Parigi per studiare.
Emma allora intreccia una relazione con un grosso proprietario terriero, Rodolphe Boulanger e, presa dalla passione, escogita un piano per fuggire insieme al suo amante. Ma Rodolphe non ha alcuna intenzione di lasciare tutto per una donna e abbandona Emma alla vigilia della fuga, precipitandola in uno stato depressivo e nella futile consolazione religiosa.
Qualche tempo dopo i coniugi Bovary assistono all’opera nella città di Rouen e Emma incontra il suo primo amante, Léon con il quale non perde tempo a riallacciare la passione. Ogni settimana, mentre Charles è convinto che prenda lezioni di piano, Emma si reca in città per incontrare il suo amante.
La situazione però inizia a venire a galla poiché i debiti di Emma cominciano ad essere consistenti e la gente sospetta una tresca clandestina.
Indebitata e umiliata la donna chiede denaro ai suoi amanti per risolvere i suoi problemi ma, quando questi le rifiutano aiuto, decide di suicidarsi con una fiala di arsenico, condannandosi a una morte lenta e straziante.
Charles, che non sospettava nulla, rimane distrutto dalla morte della moglie e, poco tempo dopo, muore a sua volta lasciando orfana la figlia della coppia.

I temi trattati da Flaubert, che all’epoca non era ancora considerato uno dei grandi letterati di Francia, sono diversi, ma il principale è la critica sociale verso la borghesia che l’autore aveva tanto in odio.

Il romanzo viene scritto all’ombra della cosiddetta “Monarchia di luglio” (1830-1848) un periodo di forte ascesa della classe borghese, una classe che non poteva contare su ricchi patrimoni o titoli come la nobiltà, ma si elevava dalla classe operaia grazie a impieghi che le consentivano di non doversi piegare al lavoro manuale.
Il grosso difetto di questo ceto, secondo Flaubert, era la sua incapacità di immaginare, di essere altro, di emanciparsi. Secondo l’autore la borghesia non aveva alcun gusto, alcuna nobile ambizione, ma solamente un desiderio di ostentata ricchezza che le permettesse di affrancarsi dalle classi più basse per avvicinarsi al benessere nobiliare almeno apparentemente.

Emma è una donna della sua epoca, costretta in un matrimonio che non le consente il benessere che aveva sognato e un marito affezionato (ma mai appassionato) con il quale non riesce a comunicare. La donna cerca in tutti i modi di crearsi delle alternative per evadere dal ceto medio e afferrare la possibilità di elevazione alla quale tanto ambisce.

Qui viene messa il luce anche un’altra questione particolarmente cara a Flaubert: la condizione femminile.
Emma è vittima del sistema patriarcale che ha il potere di decidere della sua vita: Charles è privo di ambizioni, è un medico mediocre che non riesce a trovare la giusta motivazione per progredire nella carriera e garantire a Emma lo status alla quale lei ambisce. Rodolphe, che potrebbe dare alla donna ciò che brama, si rifiuta e Léon, che condivide con lei le stesse ambizioni di elevazione sociale, sceglie di abbandonarla (all’inizio) e di relegarla allo stato di amante (dopo).
Emma non è padrona del suo destino in quanto donna e come tale è costretta a mendicare il favore degli uomini per compiere le proprie ambizioni di vita. Léon, il personaggio che è forse più simile a lei, può raggiungere l’emancipazione grazie al suo sesso, emancipazione che non ha intenzione di condividere con Emma.
Quando la donna rimarrà incita si augurerà, inutilmente, di avere un figlio maschio poiché “una donna è sempre impedita”: una frase nella quale rivede sé stessa.

La comunicazione è un punto cardine della vicenda: i personaggi di Flaubert non riescono a intendersi, non si capiscono, non si allineano sulla stessa questione. Charles, all’inizio del romanzo, non riuscirà a far intendere il suo nome al proprio professore (convinto fino alla fine che il suo nome sia “Charbovary”), Emma non riuscirà a farsi aiutare dal prete anche quando sentirà la necessità di chiedere aiuto per la sua situazione e non riuscirà nemmeno a farsi comprendere dai personaggi maschili della vicenda: il marito non vedrà mai le ambizioni della moglie, Rodolphe non capirà mai le serie intenzioni di Emma, Léon non riuscirà mai a sentire le necessità dell’amante.
Flaubert ci consegna un mondo, quello borghese, nel quale la parola non è in grado di esprimere comunicazione, nel quale i personaggi sono troppo presi da sé stessi per ascoltare davvero e troppo ammantati di buone maniere per essere onesti con gli altri. Quello che Flaubert traccia è un mondo di falso benessere che ambisce a uno status al quale non può arrivare e che lo costringe a inventare la realtà per potersi dire affrancato dalle classi più basse. Una prigione dorata.

Alcuni critici hanno posto l’accento sul personaggio di Charles Bovary che all’interno del romanzo appare come un tonto dal cuore generoso, privo di ambizioni e di fantasia. È stato notato come, in realtà, si tratti di un personaggio ambiguo forse non del tutto all’oscuro dei fatti e, in qualche modo, manipolatore e sadico nei confronti della moglie.
Sono le scelte di Charles che condizionano direttamente quelle della moglie: è lui che si fa accompagnare alla festa a Vaubyessard frustrando ancora di più la moglie già annoiata, è lui che decide il trasferimento della famiglia in una località ancora più amena, è lui che presenta il giovane Léon alla moglie, è lui che sembra non accorgersi dei continui debiti di Emma, è lui che stuzzica la moglie chiedendole di esibirsi al piano forse sapendo che lei non sta prendendo alcuna lezione e, ancora, è nello studio di Charles che Emma trova il necessario per porre fine alla sua vita.
In questa visione il devoto marito è in realtà un aguzzino che prova piacere nel torturare l’anima irrequieta della moglie. Charles, d’altronde, incontra Emma solo in seconde nozze: l’uomo era già stato sposato con una donna molto più grande di lui che l’aveva lasciato vedovo e con un piccolo capitale a disposizione. Che il placido Charles Bovary sia invece un assassino sociopatico?

Flaubert utilizza, nella sua storia, altri personaggi insospettabili eppure determinanti (e già giudicati colpevoli in altre vicende): i libri.
Emma è una ragazza di campagna che fantastica una vita di passioni e avventure, che immagina un matrimonio mai noioso e che ambisce a una vita amorosa inebriante… ma chi le mette in testa queste idee?
I romanzi che Emma legge con passione sono quelli che la convincono a tentare il tutto per tutto e le raccontano una vita molto diversa da quella nella quale si trova intrappolata.
Ma sappiamo che Flaubert non fu il primo ad accusare i libri di instillare idee balzane: già Dante aveva raccontato di un’amore supportato dalla lettura di un libro, quello di Paolo e Francesca (“galeotto fu il libro”) che prende ispirazione da un altro amore, quello tra Lancillotto e Ginevra a sua volta supportato dalla lettura.
I libri d’amore, nella letteratura, sono spesso usati come catalizzatori di storie romantiche o, meglio, come un virus che si diffonde dalle pagine alla realtà.

E che dire del processo? Il romanzo di Flaubert venne pubblicato a puntate nel 1856 sul giornale “La Revue de Paris” a partire dall’ottobre di quell’anno. A gennaio del 1857 era già iniziato il processo contro Emma Bovary.
Questa è la grandissima rivoluzione culturale che Flaubert scatena: mai prima di allora era stato celebrato un processo contro un personaggio letterario!
Madame Bovary è la prima donna della letteratura ad essere processata per “offese alla morale pubblica e religiosa”; il processo, infatti, non era contro l’autore e nemmeno contro il suo libro, ma intendeva giudicare la condotta (immorale) del personaggio.
Era nato il realismo, talmente perfetto nella sua descrizione della società da meritare un trattamento particolare che ha contribuito a dare risalto a tutti gli autori successivi. Da Madame Bovary in poi tutti i lettori hanno preteso di poter considerare i personaggi dei libri credibili, veri, reali anche se infilati in contesti incredibili.

Harry Potter ha avuto il successo che ha avuto perché è un ragazzo normale e credibile, poco importa se nel college nel quale studia si insegna magia o se il bullismo che subisce dai parenti è frutto di una paura legata al suo essere mago; se togliamo l’elemento fantastico alla vicenda Harry Potter è il ragazzo della porta accanto (un po’ sfigatello, persino), e questo ci fa credere in lui.

Madame Bovary è la donna che cambia la concezione della letteratura con la sua spregiudicatezza e la sua voglia di emancipazione che, se non riesce a raggiungere nel romanzo, sicuramente raggiunge nella vita reale.

Ma come andò il processo?

La pubblica accusa, rappresentata da Ernest Pinard sosteneva l’immoralità di Emma Bovary e l’esaltazione dell’adulterio che si evinceva dal suo comportamento, la difesa riteneva che, al contrario, Emma fosse un monito a mantenere una sana condotta poiché le sue scelte extraconiugali l’avevano portata alla morte.

Il 7 febbraio del 1857 Gustave Flaubert, gli stampatori e Emma furono dichiarati innocenti con sommo dispiacere di Pinard che aveva ottenuto lo stesso risultato qualche mese prima quando si era cimentato nel processo a I fiori del male e a Charles Baudelaire… (qualche tempo dopo si scoprì che Pinard era anche l’autore di una raccolta di poesie oscene).
Il processo all’opera di Flaubert ebbe l’effetto di dare un risalto inaspettato a Madame Bovary che in aprile venne pubblicata in volume e in due mesi esaurì la prima tiratura (poco meno di 7000 copie che per l’epoca era un numero incredibile).


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7 pensieri riguardo “Libri in poltrona: Madame Bovary

  1. Articolo completo e interessante su un libro che ho letto tempo fa. Certo che l’analisi del romanzo proposta è molto curiosa, a tal punto da “costringermi” a riprendere n mano il libro e avviare una bella rilettura. 🤣🤣

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