Il vertice della Piramide

Il vertice della piramide di Alexa Tagliaventi, Libri dell’Arco, 2023

Classificazione: 3.5 su 5.

C’è una cosa sola che non cambierà mai: la battaglia tra il bene e il male. In questo libro, però, le parti non sono così nette.

Le storia si svolge a nord, nei dintorni di Bolzano, luoghi bucolici di cittadine di montagna, neve e malghe alpine dove la vita scorre tranquilla e spensierata… o almeno quella delle maggior parte delle persone perché per Bianca, diciottenne perennemente immersa nello studio, qualcosa sta per cambiare radicalmente.
Il ragazzo per il quale ha preso una cotta vorrebbe un po’ di intimità con lei e la conduce in una vecchia malga abbandonata, ma il tempismo non è proprio il suo forte perché un omicidio si consuma nello stesso luogo e nello stesso momento.
La vita di Bianca cambia radicalmente, con incubi che le rendono la vita impossibile e nemmeno la sua fede le permette un po’ di ristoro.
L’altra protagonista è Tasha, che si mette alla ricerca dell’assassino del fidanzato, costringendosi a strisciare nelle ombre più scure del suo passato tra individui molto poco raccomandabili e ombre mai del tutto dissipate.
Una storia che viaggia su due binari destinati a incrociarsi e che promettono un deragliare di emozioni mai visto prima.

Si tratta di un romanzo d’esordio che ho trovato molto convincente; una narrazione al femminile che permette di entrare nei disturbi delle protagoniste dalla porta principale.
Sia Bianca che Tasha vivono una condizione di apparente benessere all’inizio della vicenda, ma lo stesso evento le proietta in un turbine emozionale difficile da gestire: la prima cerca di fare la cosa giusta, quella dettata dalla ragione e dal buonsenso, la seconda, Tasha, si abbandona al lutto e alla sete di violenza, sconfinando spesso nel disturbo post traumatico con atteggiamenti più che discutibili.
Tra di loro c’è un mondo, eppure si muovono su percorsi paralleli che le sporcheranno entrambe nell’anima.

Il libro poi si esaurisce con una riflessione profonda suggerendo che Bene e Male siano solo delle manipolazioni e che quindi saremmo tutti soldati al sevizio di due fazioni.

Ho apprezzato particolarmente la mancanza di giudizio espressa nel confronto delle parti: l’autrice racconta ma non traspare mai una condanna per il sentire dei personaggi, solo per alcune loro azioni aberranti.

Ne Il vertice della piramide tutto scorre inesorabile (potremmo dire che precipita), così come ho trovato a tratti un po’ frettolosa la conclusione che, a mio avviso, poteva guadagnare ancora qualche pagina, ma possiamo tranquillamente sorvolare su questa mia percezione perché i personaggi hanno davvero qualcosa da dire e uno spessore per il quale, da solo, vale la pena di leggere il libro e tuffarsi in una vicenda fatta di violenza, sette sataniche ed efferati omicidi.


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7 pensieri riguardo “Il vertice della Piramide

  1. Ho questo libro sul mio comodino pronto per essere letto. La recensione è come sempre accurata e stimolante; poi farò sapere le mie impressioni sul romanzo che sembra di un genere che di solito non leggo. Ma a me piace sperimentare nuovi generi letterari e magari scoprire nuovi autori.

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      1. Io amo sperimentare e non solo con i generi letterari: mi piace viaggiare in posti nuovi, magari poco battuti dal turismo di massa; mi piace gustare specialità culinarie locali quando vado all’estero. Di certo non vado a cercare un ristorante italiano in Thailandia!

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  2. Come promesso ho letto il libro che hai recensito e devo dire che per essere un’opera prima è stato davvero scritto bene. La trama è coinvolgente e i personaggi sono credibili. Avrei migliorato un po’ i dialoghi in quanto – a tratti – non sono molto credibili. Ho riscontrato qualche refuso di troppo ed è un peccato perché per il resto l’edizione di Libri dell’Arco è molto curata e con un bella copertina colorata e pulita.

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