Recensione: 20.000 leghe sotto i mari

20.000 leghe sotto i mari di Jules Verne, Mondadori, 1969

Classificazione: 4 su 5.

Confesso di non aver mai letto questo libro in precedenza e me ne dispiace non poco. Andiamo con ordine…

20.000 leghe sotto i mari è un classico della narrativa per ragazzi, frutto della geniale mente di Jules Verne (prima edizione italiana 1873), nel quale si racconta di un viaggio straordinario a bordo del sommergibile Nautilus con il quale i protagonisti percorrono, appunto, 20.000 leghe nei luoghi più affascinanti e segreti del pianeta.

Devo dire che in queste pagine ho ritrovato tutto lo spirito avventuriero dell’epoca (e che Verne incarna sempre in maniera straordinaria), con la voglia di esplorare in maniera scientifica le meraviglie del pianeta.
Vi si respira un intero secolo fatto di nuove possibilità per gli esseri umani, frutto di ingegno, rivoluzioni industriali e scontri con la natura.
L’uomo, nell’Ottocento, sentiva il bisogno di stabilire nuovi confini personali, ridefinirsi e plasmare il mondo a sua immagine e somiglianza.

Il romanzo parte in maniera del tutto scientifica, con un naturalista come protagonista che finisce, suo malgrado, con l’essere fatto prigioniero su un misterioso sottomarino comandato dal capitano Nemo, non meno enigmatico della sua “nave”.
Il professor Pierre Aronnax, questo il nome del protagonista, è accompagnato dal servizievole Conseil e dal sanguigno Ned Land, fiociniere e amante della vita semplice del marinaio.
Sono personaggi semplici, che compaiono perfettamente integrati nei loro ruoli e nel loro tempo. La narrazione stessa è perfettamente in linea con la mentalità scientifica di Aronnax che non perde occasione di tracciare lunghi elenchi di creature marine (animali e vegetali), classificandole in maniera spesso noiosa.

Ma qui Verne compie un atto di alta letteratura quando la presenza del capitano Nemo e le avventure vissute a bordo del Nautilus, consentono ai tre personaggi di evolvere attraverso le loro emozioni.
Le descrizioni quasi matematiche con le quali Arannox riempie pagine pagine della descrizione, sfumano per lasciare spazio all’empatia, al dubbio, all’insicurezza.

Verne ci regala un viaggio sotto il mare che è anche un’avventura dell’uomo di fine Ottocento, pieno di possibilità, ma incapace di gestirle.

Non ho potuto non apprezzare le riflessioni del capitano Nemo che rifiuta di uccidere animali per il solo gusto di farlo, che si interroga sul destino del mare, che accenna alle possibili catastrofi se il clima dovesse cambiare. Un libro che ho trovato terribilmente attuale e premonitore.

Un libro davvero bello e moderno che fatico a classificare come un semplice romanzo per ragazzi, ma che consiglio caldamente a chiunque piaccia l’avventura e voglia respirare qualcosa di estremamente fresco e scritto magnificamente nonostante i suoi 150 anni!


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7 pensieri riguardo “Recensione: 20.000 leghe sotto i mari

  1. Anche io non ho letto niente di Verne ma nelle ultime settimane ho approfittato di una di quelle periodiche uscite a buon prezzo in edicola per comprare alcuni romanzi di questo autore. Così potrò immergermi nella vera Avventura!

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