I miei giorni alla libreria Morisaki di Satoshi Yagisawa, Feltrinelli, 2022 (traduzione di Gala Maria Follaco)
Takako è una ragazza che si è appena affacciata alla vita degli adulti; ha terminato gli studi, ha un lavoro che le consente un po’ di autonomia, ha un ragazzo con il quale si trova molto bene.
Ma le cose non sono sempre come ci si aspetta e Takako viene a sapere che il suo ragazzo sta per sposarsi… con un’altra.
Delusa e ferita da quella relazione, la ragazza scende piano piano in un torpore apatico che la isola dal mondo. Non ha amici nella grande Tokyo e quando la situazione precipita decide di licenziarsi, incurante del suo futuro.
All’improvviso arriva una telefonata inaspettata, quello dello zio Satoru che la giovane non vede da diversi anni. Lo zio la invita a passare da lui e Takako, più per dovere che per voglia, accetta l’invito recandosi nel quartiere di Jinbōchō, il più grande quartiere di librerie al mondo.
Lo zio, infatti, è il proprietario della libreria Morisaki, una piccola bottega che sta a galla a malapena tra la spietata concorrenza.
Una serie di rocamboleschi avvenimenti porterà Takako a trasferirsi nella libreria per aiutare lo zio, ma questo è solo l’inizio delle avventure che scuoteranno la vita della ragazza aiutandola a ritrovare la sua strada nel mondo.
Una storia che arriva dal Giappone con la delicatezza tipica di quel Paese, un racconto che scorre veloce e che si legge tutto d’un fiato, ma sul quale credo si debba riflettere con attenzione; anche se non esplicitamente trattati, nella storia compaiono temi profondi e importanti: la depressione, la sofferenza, la delusione, il senso di smarrimento nei confronti di una vita che non sempre va come si è pianificato.
Una serie di divertenti gag sono il linguaggio usato da Yagisawa per raccontare la storia, messe in scena da personaggi simpatici e molto simili a quelli dei manga.
Una menzione speciale credo la si debba ai curatori: l’edizione, sebbene in formato economico, è molto ben realizzata, rispettosa del testo originale e presentata con tutte le accortezze utili a un lettore occidentale per non sentirsi smarrito nel contesto nipponico.
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Che bella recensione, mi ha incuriosito molto. Di solito non leggo autori orientali, forse perché troppo distanti dalla mia comfort zone. Mi consigli di iniziare ad aprirmi verso altre esperienze letterarie con questo romanzo?
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Un libro che mi è piaciuto molto è “Le ricette della signora Tokue” nel quale ho ritrovato la stessa delicatezza. Se non hai mai letto autori giapponesi io comincerei con quello… trovi la recensione sul blog.
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Ho letto con piacere questo piccolo libro scritto con quella semplicità tipica del mondo orientale. Lo consiglio in particolare a chi ama l’Oriente, il Giappone, i libri e le librerie.
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È un piccolo, straordinario, mondo.
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