Il misterioso mondo dei Tarocchi

Inquadrare storicamente questo famoso “gioco” non è cosa semplice perché varie sono le teorie sulla sua origine: le due più accreditate ne stabiliscono l’origine in Cina, mentre altre puntano sull’India; a ogni modo giunsero in Europa probabilmente grazie a gruppi nomadi indoeuropei.
I primi mazzi di carte conosciuti in Italia risalgono al XIV secolo e sono più vicini alla razionale simbologia cinese che alla lussureggiante mitologia indiana.

Nel 1419, a Bologna, venne creato il primo mazzo di carte denominato ufficialmente Tarocchi; da qui le carte si diffusero in tutta l’Italia settentrionale per poi approdare in Francia (1534, i Tarocchi di Marsiglia), in Svizzera e più tardi in Austria e Germania (inizi del ‘600).
Il mazzo più antico giunto intatto fino a noi è stato realizzato nel 1442 in Lombardia per il duca di Milano Filippo Maria Visconti, ed è attribuito al miniatore e pittore di corte Bonifacio Bembo (1420 – 1480). Questo mazzo di carte è noto come Tarocchi Visconti di Modrone ed è conservato – seppure incompleto – nella Biblioteca dell’università privata americana di Yale: le carte sono tutte dipinte a mano e ricoperte da una sottile lamina d’oro finemente lavorata.

L’apice della diffusione dei tarocchi si colloca tra il 1730 e il 1830: in questo periodo, infatti, era giocato nell’Italia settentrionale, nella Francia orientale, in Svizzera, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Danimarca, Austro-Ungheria, Svezia e Russia e, sebbene rimanesse un gioco a diffusione locale, le regole erano abbastanza omogenee con solo delle piccole differenze, sia che si giocasse con un mazzo con semi italiani che con uno con semi francesi.

Bisogna ricordare che fino alla fine del ‘700, le carte dei tarocchi erano utilizzate quasi esclusivamente a scopo ludico: giochi da presa (come ad esempio la briscola) o giochi di abilità verbale (nelle lunghe serate delle corti rinascimentali italiane si utilizzavano le figure per comporre frasi perlopiù erotiche, poesie comiche e satiriche, che si dovevano ispirare alle carte estratte).
È nei due secoli successivi che avverrà un grande cambiamento che trasformerà i Tarocchi da semplici carte da gioco a oggetti di divinazione e strumenti esoterici.

Parlare di tarocchi oggi significa far correre automaticamente il pensiero ad un’abile gioco truffaldino in cui, secondo il sentire popolare, sono specialisti zingari e ciarlatani.
In pratica, un mero mezzo per abbindolare persone ingenue che vogliono conoscere il proprio futuro.

Secondo Oswald Wirth, famoso studioso di occultismo e simbolismo esoterico, un mazzo di Tarocchi è prima di tutto un trattato di filosofia espresso per immagini, che riporta riflessioni feconde e concrete ben lontane da quelle astratte della filosofia greco-latina.
In questo senso i Tarocchi erano una sorta di istruzioni e consigli vitali espressi nell’unico linguaggio comprensibile al popolo quando la scrittura e la lettura erano ancora riservate a pochissimi: le immagini.


I mazzi non avevano quindi solamente una funzione divinatoria, ma prima di tutto una funzione propedeutica: secondo questa teoria, infatti, nei Tarocchi sono riportati, attraverso i simboli degli Arcani maggiori, i passi di un vero e proprio percorso iniziatico-evolutivo, non lineare ma circolare e ciclico, capace di guidare qualsiasi individuo alla saggezza necessaria per raggiungere una vita piena, un processo alchemico vero e proprio.

La lettura dei Tarocchi da puro atto divinatorio diventa, nella concezione di Wirth, una forma di alta meditazione e introspezione, capace di guidare l’individuo nelle parti più profonde del sé e di consigliarlo e assisterlo nei momenti più bui della vita e nelle scelte cruciali.


I primi usi documentati dei Tarocchi come strumento per la cartomanzia risalgono al XVII secolo, a Bologna, anche se la vera diffusione dei cd. Tarocchi occulti avverrà nel corso del secolo successivo. Da questo momento in poi, i Tarocchi non sono più immagini didattiche o ludiche ma immagini da osservare e studiare per rivelare un sapere sconosciuto.

I principali esoteristi che si dedicarono ai Tarocchi non come carte da gioco ma come strumento delle scienze occulte furono: i francesi Antoine Court de Gébelin (1728-1784), Jean-Baptiste Alliette (1738-1791, più noto come Etteilla), Gérard Encausse (1865-1916, meglio noto come Papus), l’americano Arthur Edward Waite (1857-1942), il britannico Edward Alexander Crowley (1875-1947) e lo svizzero Oswald Wirth (1860-1943).
Alcuni di questi studiosi idearono e disegnarono mazzi propri che si possono trovare in vendita ancora oggi.

Le radici del simbolismo medievale dei Tarocchi tradizionali sono evidenti: esse sembrano abbracciare tutta quella complessa foresta di simbolismi occulti, dall’alchimia all’astrologia, dai miti magico-religiosi antichi alla massoneria.

Ma come si presenta il mazzo di carte all’atto pratico? I dei Tarocchi sono formati da 78 carte: 22 Arcani Maggiori e 56 Arcani minori (4 semi di 14 carte, distinti in Bastoni, Coppe, Spade e Denari che corrispondono a quelli che nelle carte francesi vengono chiamati Fiori, Cuori, Picche e Quadri).
Sono soprattutto gli Arcani maggiori che destano grande curiosità: sembra trattarsi di un insieme composito in cui si accostano immagini allegoriche di origine biblica (il Giudizio universale, la Torre di Babele, il Diavolo), le virtù predicate dalla Chiesa Cattolica (la Giustizia, la Forza, la Temperanza), alcuni astri (la Luna, il Sole, le Stelle), le due grandi potenze dell’epoca (il Papa e l’Imperatore) accompagnate dalle rispettive consorti (la Papessa e l’Imperatrice).

Lo sapevi?

Il Matto (o Folle) è considerata la carta più importante dell’intero sistema dei Tarocchi (a fini esoterici e divinatori) perché simboleggia l’inizio e la fine del percorso spirituale. Questa carta a volte non è numerata e questa sua particolarità sembrerebbe privarla del rango di Arcano maggiore; nella maggior parte dei mazzi, invece, al Matto viene assegnato il numero 0 a significare che deve precedere, nella divinazione, la carta iniziale (il Bagatto o Mago). In altri casi, minoritari, viene indicato col numero XXII e indicherebbe che la carta deve ultimare il ciclo della vita collocandosi all’ultimo posto dopo il Mondo.
Nella simbologia esoterica, il Matto rappresenta la “follia pura” cioè tutto ciò che permette di affacciarsi nuovamente alla vita per ricrearla dal principio.

La Morte (Il Tredici o l’Arcano senza nome) è l’unica carta del mazzo che non riporta la didascalia col nome, e viene generalmente rappresentata da uno scheletro. Ma perché questa carta è rimasta anonima e viene indicata solo col numero (XIII)? Ai pittori del Medioevo, probabilmente, ripugnava anche solo il nominare lo scheletro armato di falce, il cui raccolto è formato da teste e altri resti umani.
Ma dal punto di vista esoterico la morte non estingue nulla, non uccide, ma fa rivivere: qualcosa deve finire perché qualcos’altro possa rinascere.

I Tarocchi Rider-Waite (1909) sono i più diffusi al mondo e sono anche l’unico mazzo contenente tutte le 78 carte illustrate con personaggi dinamici. In tutti gli altri mazzi più diffusi (Tarocchi di Marsiglia, Tarocchi di Oswald Wirth) solo i 22 Arcani maggiori sono illustrati con personaggi più o meno allegorici.

Il Museo internazionale dei Tarocchi. Il Museo dei tarocchi si trova a Riola (via Palmieri, 5/1), frazione del comune di Vergato in provincia di Bologna, all’interno di un casale restaurato del XVII secolo.
Il museo raccoglie numerosi mazzi di tarocchi e vari dipinti di artisti italiani e internazionali dedicati al tema delle carte da gioco ed ai soggetti degli Arcani maggiori.
L’originalità di questo museo privato – aperto nel 2007 – consiste nell’essere uno dei pochi centri, in Italia e nel mondo, che si occupa dell’antica e misteriosa arte dei tarocchi in ottica contemporanea. Sono in mostra, infatti, anche collezioni di mazzi di carte – i cd. Tarocchi d’Artista realizzati in tiratura limitata da artisti italiani e internazionali che hanno operato attraverso varie tecniche, dal collage alla scultura, dalla pittura alla grafica, dal video alle performance musicali.
Il museo, oltre alla collezione permanente, offre una serie di eventi culturali e mostre temporanee organizzate all’interno dello stesso edificio nel quale si trova
anche un fornito bookshop.
Per maggiori informazioni potete visitare il sito internet ufficiale https://www.museodeitarocchi.com .

Il Giardino dei Tarocchi

Nel sud della Toscana si trova un luogo di rara bellezza, il Giardino dei Tarocchi, nato nel 1978 dalla genialità di Niki de Saint Phalle (1930 – 2002, scultrice e pittrice francese).
La particolarità di questo giardino sono le grandi ed affascinanti sculture che lo popolano, raffiguranti i 22 Arcani maggiori, tratte delle carte dei Tarocchi ai quali era particolarmente affezionata.
Lo scopo dell’artista era di creare un piccolo angolo di “Paradiso” nascosto dalla realtà circostante. La fonte primaria d’ispirazione è chiaramente il Parc Güell di Antoni Gaudì che si trova a Barcellona.
L’attenzione dell’artista ricadde su un piccolo appezzamento di terra nella selvaggia Maremma toscana, nella località Garavicchio, a pochi chilometri da Capalbio (GR).
Le 22 sculture sono realizzate in acciaio e ricoperte di mosaici e ceramiche.
Il Giardino dei Tarocchi, terminato nel corso del 1996, venne inaugurato e ufficialmente aperto al pubblico il 15 maggio 1998.
Per accedervi e sentirsi un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie è necessario varcare un’installazione progettata dall’architetto Mario Botta, uno spesso muro di recinzione in pietra locale, simile a una fortezza. Il risultato è stato quello di creare un netto contrasto tra l’ingresso e il Giardino vero e proprio.

Il Giardino dei Tarocchi è visitabile tutti i giorni, ma è aperto solo dal 1° aprile al 15 ottobre. È consigliato effettuare l’acquisto dei biglietti online.
https://ilgiardinodeitarocchi.it/visit

Per approfondire:
I Tarocchi, Oscar Wirth, 2002, Edizioni Mediterranee
L’enciclopedia dei tarocchi, Hajo Banzhaf, 2004, Hermes Edizioni
La Via dei Tarocchi, Alejandro Jodorowsky, 2014, Feltrinelli


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10 pensieri riguardo “Il misterioso mondo dei Tarocchi

  1. I Tarocchi, un mondo ancora avvolto nel mistero e che per questo affascinano molte persone. Oltre all’aspetto meramente divinatorio, queste partiicolari carte sono anche molto belle, ricche di simboli e allegorie.

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  2. Sono sempre stata attratta dai tarocchi, dai tanti mazzi colorati e a volte disegnati molto bene. Grazie delle informazioni che date in questo articolo, ora ne so di più.

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