Fino ad ora abbiamo fatto un percorso storico nel mondo del libro. Ora che siamo ferrati possiamo dedicarci al libro come supporto cartaceo.
Sai cosa sono il colophon, la risguarda e l’unghia? No? Bene, lo scopriremo insieme in questo articolo.
Partiamo dalla base: la copertina. Non c’è molto da dire, tutti noi sappiamo cos’è e che non dovremmo giudicare un libro da lei, ma come mai è divisa in prima e quarta? La risposta è quasi matematica: la copertina riporta sulla prima solitamente i dati del volume (titolo, autore, casa editrice e immagine), la quarta è il “retro” del libro dove si trova spesso un riassunto dell’opera.
La seconda e la terza di copertina sono le due pagine bianche interne che completano la copertina.
Alla copertina viene sempre più spesso applicata una sovraccoperta che ha lo scopo di proteggere il libro e può riportare i gli stessi dati della copertina. La sovraccoperta si completa delle due alette, che la “agganciano” alla coperta e dove si riporta spesso un riassunto e/o la biografia dell’autore e un breve elenco delle sue opere.
Il vestito del libro si completa poi con la fascetta, quella banda colorata che avvolge come un nastro l’opera e dove si trova quasi sempre una nota pubblicitaria (come “Un libro che ha venduto 100.000 copie”).
Spostandoci da un lato troviamo la costa (o dorso) che avvolge la rilegatura ed è la prima cosa che si vede quando i libri sono sistemati nelle librerie.
La costa può essere semplice oppure, come in passato, ornata con nervi e caselle che creavano un effetto di movimento e rinforzavano il dorso.
Veniamo ora ai tagli, sono tre e sono i lati del libro che mostrano le pagine (si dividono in superiore, concavo e inferiore). Nei libri con copertina rigida le pagine hanno solitamente una dimensione ridotta rispetto alla copertina, questo margine interno (più o meno grande), è definito unghia.

Finora ci siamo concentrati sull’aspetto esteriore del libro, ma cosa troviamo quando lo apriamo?
La prima cosa che si incontra sono le cosiddette “carte di guardia” (iniziale e finale) o risguardi, che sono di spessore leggermente più alto e hanno lo scopo di proteggere le pagine dal peso della copertina. Questo accadeva solitamente nel passato quando le copertine erano molto pesanti e i libri venivano conservati in posizione orizzontale.
Subito dopo segue, quasi sempre, il frontespizio, una pagina nella quale sono riportati i dati della copertina (o della sovraccoperta), a volte con alcune specifiche come un sottotitolo.
Segue il colophon, quella paginetta nella quale sono riportati i dati “tecnici” del libro: l’editore, il codice ISBN, il finito di stampare, a chi sono riservati i diritti…
In molti testi esiste poi l’occhiello, una pagina posta prima del frontespizio che può essere bianca o al limite riporta la collana nella quale è inserito il volume.
Seguono poi le pagine con il testo. Una curiosità: le pagine sono fogli ripiegati su se stessi e poi rilegati tra di loro in piccoli fascicoli che sono poi uniti a formare il libro. Nei secoli passati il numero standard di pagine che componeva un fascicoletto era di cinque fogli (ripiegati a formare quindi 20 pagine) che veniva detto quinterna. Da questo termine deriva “squinternato” a indicare una persona che ha “i fogli sparsi”, non rilegati bene, quindi un po’ folle o confusionaria.
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Ora finalmente so cos’è il colophon 😁 … scherzi a parte, un articolo davvero interessante su come è composto un libro cartaceo.
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🤣 grazie, Alex 🙏
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Grazie Lorenzo per questo interessante articolo. Volevo chiederti cosa ne pensi della copertina: è l’aspetto più importante da curare in un libro o preferisci puntare di più sui contenuti? Arrivo in ritardo ma ti faccio gli auguri di una serena Pasqua 🐇🕊.
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Ciao Lorenzo grazie per i complimenti. “Non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina” dice il proverbio, tuttavia è vero che spesso ci interessiamo a un libro proprio grazie a quella, quindi direi che il testo deve essere assolutamente di qualità, ma se vogliamo che sia letto non possiamo esimerci dal corredarlo con una copertina altrettanto valida.
Auguri, in ritardo, anche a te!
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