Mettiamoci comodi e riprendiamo il nostro percorso con i Libri in poltrona; questa volta lo facciamo con un romanzo epistolare di Johann Wolfgang von Goethe, I dolori del giovane Werther, un libro che ha cambiato la storia di centinaia di persone.
Nel 1774 Goethe dà alle stampe uno dei suoi romanzi giovanili (all’epoca l’autore aveva venticinque anni), I dolori del giovane Werther (Die leiden des jungen Werthers), una storia epistolare raccontata dal protagonista e suddivisa in tre parti.
Werther è un ragazzo di vent’anni, proveniente da una buona famiglia, dotato di cultura e apertura mentale che, per motivi famigliari e per vivere il suo otium litterarum (tanto in voga all’epoca), si reca in un paesino di campagna, Wahlheim.
In questo luogo ameno il ragazzo si dedica alla cultura e al disegno, ma anche alla conoscenza degli abitanti del luogo che lo accolgono con gentilezza. Tra di loro c’è anche Charlotte, detta Lotte, una ragazza fisicamente attraente ma soprattutto intellettualmente stimolante della quale Werther si innamora subito.
Ma Lotte è già promesse sposa di Albert, un ragazzo del luogo temporaneamente assente, cosa che traccia un’ombra scura sulle riflessioni di Werther.
Nonostante questo, il ragazzo frequenta spesso la casa di Lotte dove il padre e i fratelli della ragazza lo accolgono come uno di famiglia rendendo il soggiorno di Werther piacevole e interessante.
Al ritorno di Albert, il promesso sposo di Lotte, Werther si dispiace di non riuscire a odiarlo: tra lui e il suo rivale, infatti, nasce una sincera amicizia nonostante i due siano molto diversi tra loro. Werther è uno spirito indomito, creativo, soggetto a slanci di passione che Albert, dal carattere solido e pragmatico, non riesce a comprendere.
La presenza di Albert mette Werther davanti alla realtà impossibile di una vita con Lotte e il ragazzo segue il consiglio di Guglielmo (l’amico al quale sono indirizzate le sue missive) e lascia la campagna per andare a coltivare una vita da diplomatico in città.
È così che si chiude la prima parte del romanzo che, stando alla datazione delle missive di Werther, si snoda tra il 4 maggio e il 10 settembre del 1771.
La seconda parte del romanzo si apre il 20 ottobre dello stesso anno con un Werther disilluso dalla freddezza dei rapporti sociali cittadini e di ritorno alla campagna dove, nel frattempo, Lotte e Albert si sono sposati.
La situazione diventa presto insostenibile per il protagonista i cui sentimenti per Lotte non si sono affatto affievoliti e l’impossibilità di amarla lo gettano in uno sconforto quasi dirompente. Lotte, accortasi della situazione, prova più volte a convincere Werther ad accettare un amore platonico, una sorta di relazione fraterna, ma lui non riesce a piegare il suo sentimento.
Nell’ultima parte del romanzo, che si conclude il 22 dicembre 1771, Werther chiede in prestito ad Albert due pistole con la scusa di un viaggio al quale si sta preparando.
Lo stesso giorno, allo scoccare della mezzanotte, il giovane Werther si sparerà in testa nel buio della sua stanza. Verrà ritrovato agonizzante la mattina seguente dal suo servitore e dopo undici ore di agonia troverà la pace.
Al suo funerale parteciperanno gli amici del villaggio, il padre e i fratelli di Lotte che con il ragazzo avevano instaurato un rapporto molto stretto, ma non Albert e la moglie.
Analisi del testo

Quello che Goethe ci propone è un romanzo che è alla base del Romanticismo tedesco e uno dei testi più emblematici del movimento Sturm und Drang.
Il personaggio di Werther, puro, affascinato dalla vita e alla costante ricerca di uno stimolo, si scontra con la realtà fredda e asfittica rappresentata da Albert, un personaggio capace, ma privo di sentimentalismi anche nei confronti della moglie.
Se Werther è pura freschezza, Albert dà l’idea di essere molto più grande, più maturo, più disilluso, uno stato che terrorizza Werther che invece mostra subito due condizioni che lo porteranno al tragico epilogo: da una parte il rifiuto delle condizioni sociali (motivo per il quale lascerà la città per tornare in campagna), dall’altra una smaccata propensione per le passioni che riguardano non solo l’amore ma anche il piacere della pittura o della letteratura.
Werther e l’amore totalitario

L’amore è comunque la chiave di volta della vicenda ed è un tipo di sentimento vissuto in maniera totalitaria e innovativa rispetto alle concezioni precedenti: la passione di Werther non è fisica, ma si tratta di un turbine intellettuale e solo vagamente carnale che lo risucchia e gli impedisce di essere lucido. L’amore che prova il ragazzo è ultraterreno, quasi divino, e forse proprio per questo le sue descrizioni di Lotte sono spesso accompagnate da metafore religiose.
Werther è liberto di lasciarsi invadere dall’amore, una condizione dalla quale non si può più fuggire e che diventa tormento quando non può essere vissuto. Nonostante la sua passione per Lotte, il ragazzo non cercherà mai di ostacolare il suo matrimonio, come se lasciare libera la ragazza sia il suo modo di amarla.
Lotte, dal canto suo, a tratti sembra ricambiare il sentimento di Werther, ma rimane schiacciata dalle convenzioni sociali del villaggio e non riesce a rifuggirle.
Se Lotte è la rappresentazione dell’amore e Albert la freddezza della società, la metafora che propone Goethe è perfetta: Werther chiederà ad Albert le pistole, ma sarà la stessa Lotte, con mani tremanti, a consegnarle al servo del ragazzo.
Questo gioco di personaggi può essere letto come la passione che viene uccisa dalle armi della freddezza consegnate dall’amore ad essa assoggetta. Quando l’amore non è libero dalle convenzioni sociali diventa un’arma.
Effetto Werther

Il romanzo di Goethe ebbe subito un grandissimo consenso da parte della critica e vennero immediatamente distribuite centinaia di copie pirata del romanzo che, in pochissimo tempo, divenne una sorta di bibbia per tutti i giovani tedeschi e poi per tutti i ragazzi d’Europa. Lo stesso Napoleone Bonaparte lo lesse almeno sette volte e volle discuterne con Goethe alla prima occasione.
Ugo Foscolo lo prese come esempio per il suo Ultime lettere di Jacopo Ortis, aggiungendovi però una connotazione più tipica del Romanticismo italiano, ossia lo slancio patriottico.
La diffusione del romanzo e il suo apprezzamento da parte del pubblico diedero vita a quello che gli storici definirono “effetto Werther”: centinaia di giovani tedeschi iniziarono a vestirsi come il protagonista della vicenda lasciandosi contagiare da un senso di passione che era del tutto inedito all’epoca.
Anche il suicidio che, in precedenza, era vissuto come un atto di codardia, grazie al romanzo di Goethe assunse nella società il valore di atto liberatorio e di prova di fierezza: Werther sceglie la morte piuttosto che un amore che non può essere vissuto e dimostra in questo modo un’integrità morale e la mancanza di accettazione di compromessi che divennero poi bandiera di tutto il movimento romantico.
Purtroppo, lo stile di vita di Werther diede vita anche una vera e propria sequenza di giovani suicidi, incapaci di accettare le regole imposte dalla società e di scendere a compromessi con esse; si parla di oltre duemila suicidi per imitazione solo nella Germania dell’epoca.
Lo stesso Goethe partecipò al funerale di una giovane annegatasi tenendo tra le mani una copia del suo romanzo.
L’importanza di Werther nella società

I dolori del giovane Werther diede uno slancio alla passione, all’amore totalitario e all’affermazione di uno stile di vita che avrebbe poi cambiato radicalmente la società: la critica verso la convenzione sociale e la mancanza di compromessi, crearono una generazione di giovani appassionati della vita e capaci di vivere le proprie pulsioni in maniera libera (e spesso dolorosa).
Werther ruppe tutti i dogmi del suo tempo, compreso quello legato al suicidio, divenendo uno dei romanzi più avversati dalla Chiesa dell’epoca e in alcuni periodi persino proibito.
Questo straordinario, intenso e doloroso personaggio, attraverso le sue lettere (stratagemma geniale con il quale Goethe traccia una linea diretta tra il protagonista e il lettore stimolando immediatamente un senso empatico), riesce a entrare nell’anima e a raccontare il suo strazio verso la vita sussurrando con educazione al lettore “non sei solo”. Una pietra miliare della letteratura.
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Un grande classico della letteratura, un libro che deve essere letto almeno una volta nella vita.
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Possibilmente con i fazzolettini a portata di mano!
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Bellissima recensione, bravi!
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Grazie di cuore!
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Questo è un romanzo classico che non deve mancare nella libreria di tutti i lettori più sensibili. Libro stupendo 👍
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Siamo completamente d’accordo con te!
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