Intervista a Valerio Varesi

Cosa sareste disposti a sacrificare per ritrovare voi stessi? Il protagonista del nuovo romanzo di Valerio Varesi, Il labirinto di ghiaccio (Mondadori, 2023) è pronto a lasciare tutte le sue certezze da uomo di successo – la famiglia, i soldi, gli amici – per ritirarsi a vivere in una natura spietata che non avrà alcun riguardo per lui.

Il protagonista senza nome del romanzo sceglierà di scavare le profondità di un ghiacciaio per sfuggire al mondo e al malessere che esso gli procura; galleria dopo galleria le profondità del ghiacciaio inizieranno ad assomigliare a un labirinto intricato quanto i pensieri di chi l’ha realizzato. Là, sulle vette più alte e inaccessibili, il protagonista scoprirà sé stesso.
Ma quando la sua vita sembra aver preso una strada sicura ecco che alcune impronte rivelano all’uomo di non essere solo in quel mondo di freddo e spietatezza.

Valerio Varesi è Torinese ma ha vissuto a Parma per molti anni. Laureato in Filosofia all’università di Bologna lavora come giornalista per diverse testate nazionali. Nel 1998 esce il suo primo romanzo Ultime notizie di una fuga, dove compare il personaggio del commissario Soneri che diventerà poi il protagonista di una fortunata serie di romanzi dai quali verrà tratta la serie tv Nebbie e delitti.
Varesi è tradotto anche in Gran Bretagna, Spagna, Germania, Olanda, Turchia Polonia e Romania.

In occasione dell’uscita del nuovo romanzo di Varesi siamo felici di proporvi una lunga intervista in esclusiva. La recensione de Il labirinto di ghiaccio, invece, la trovate qui.

Grazie a Valerio Varesi per averci voluto raccontare qualcosa in più su questo straordinario romanzo.

Valerio Varesi - Il labirinto di ghiaccio

1. Il tuo protagonista è quello che potremmo definire “un uomo di successo”, eppure a un certo punto abbandona tutto il benessere che ha costruito per rifugiarsi in un luogo inospitale che deve tentare di forgiare con la sua fatica per provare a sopravvivere. Possiamo dire che la sua è una profonda ricerca di sé? Un processo quasi mistico verso il suo centro personale? E questa ricerca passa necessariamente attraverso la privazione e la fatica?

Sì, certamente. Il protagonista non si sente vivere nel ruolo in cui si trova benché abbia avuto successo economico e professionale. È ingabbiato in una “forma” come direbbe Pirandello, che non corrisponde a ciò che sente di essere. Il contrasto tra forma e vita è ciò che lo spinge a fuggire. Mettersi alla prova strappando la vita ogni giorno è arrivare a conoscere socraticamente se stesso. Tutto prende valore quando se ne rischia la perdita.

2. Il protagonista del romanzo vive un forte senso di solitudine all’interno della società nella quale è cresciuto. Circondato di persone eppure solo. Allora perché lascia tutto per fuggire in un luogo nel quale la solitudine è portata all’estremo? Cosa pensa di trovare all’interno del ghiacciaio che non può trovare altrove?

Cerca quello che Simenon definì “l’uomo nudo”, vale a dire il nucleo più profondo in cui abita la nostra essenza di persone. Solo in una solitudine vera riesce ad afferrare questa dimensione. Nella vita precedente il protagonista è un uomo dedito agli affari, alle merci e al potere economico. È solo, ma strappato alla riflessione dall’azione. Nel ghiacciaio recupera, mediante la solitudine vera, assoluta, una spiritualità. Prima non pensava a nulla che non fosse immanente, sul ghiacciaio pensa a qualcosa di trascendente. Confusamente, ma scopre un’altra dimensione.

3. Il protagonista del romanzo non ha un nome. Allo stesso modo non ha un nome il protagonista de L’ora buca. I due hanno altri tratti in comune e sono alla ricerca di qualcosa che li appaghi intimamente. Eppure sono diametralmente opposti, al punto che mentre è quasi impossibile empatizzare con il personaggio de L’ora buca, con quello de Il labirinto di ghiaccio risulta più facile capire la sua ricerca e il suo stato s’animo. Cos’è che li rende diversi?

Valerio Varesi - L'ora buca

Il protagonista de L’ora buca cerca la fama, la notorietà, la riconoscibilità per elevarsi al di sopra della massa informe degli individui creata dalla società consumista e dall’appiattimento di gusti e senso critico. Vuole la ribalta, non importa se per questo deve rinunciare a sé. Il protagonista del “Labirinto”, al contrario, vuole riappropriarsi del sé rinunciando al suo posto sulla ribalta. La differenza è che percorrono la stessa strada ma in direzioni opposte. Non hanno un nome perché potrebbero essere ciascuno di noi.

4. Rimaniamo su L’ora buca: c’è un passaggio dove il protagonista viene condotto in un laboratorio segreto dove le persone si sottopongono volontariamente a un esperimento dove sono costretti a utilizzare telefonini e computer per ore e ore. Lo scopo è vedere gli effetti dell’abuso della tecnologia sulle persone e ci viene detto che persino il corpo di queste cavie è deformato e inflaccidito.
Ne Il labirinto di ghiaccio il protagonista fugge da tutto questo per scegliere un approccio più fisico, persino doloroso, alla vita.
Le statistiche ci dicono che sono sempre di più le persone che scelgono uno stile di vita più lento, disintossicato dalla tecnologia e consapevole. Come immagini la società del prossimo futuro? Più vicina a L’ora buca o a Il labirinto di ghiaccio?

Da quel che vedo mi pare che si opti più frequentemente per aderire alla società descritta ne L’ora buca. C’è la corsa alla notorietà a prescindere da ciò che si fa. Spesso si diventa noti perché si compiono cose riprovevoli come abbattere gli autovelox, girare video viaggiando a velocità folle o sottoponendosi a prove rischiosissime. La si cerca scegliendo sempre più spesso scorciatoie. Oggi, per esempio, la strada più semplice è quella della politica. Oscuri e mediocri personaggi diventano famosi dal nulla in cui vivono grazie all’elezione a qualche carica. Oppure si tenta la via dell’influencer. Quello che preoccupa è che le persone, anche per comprare un paltò, devono chiedere all’influencer. È la morte del senso critico e dell’intelligenza. È la propensione a seguire servilmente un capo.

5. Il tuo personaggio dimostra una scarsissima fiducia nella società, non solo umana. Per lui gli altri (animali compresi) rappresentano una minaccia da eliminare. Eppure è consapevole del suo stato di essere umano e per tutto il libro cerca di far emergere la sua essenza più intima. È un modo per dirci che la società può essere cambiata solo attraverso il cambiamento profondo delle singole parti?

Valerio Varesi - Ultime notizie di una fuga

Difende se stesso dall’invadenza altrui. È votato a un compito assoluto e indefettibile. E come tutte le cose nette e assolute, spesso sono spietate. Non ammettono deroghe e tagliano la realtà come una lama. Del resto, i cambiamenti sono quasi sempre imposti da una volontà che schiaccia chiunque vi si opponga sul suo cammino. Le idee sono fatte camminare da minoranze determinate che trascinano con sé la massa degli ignavi. Come diceva Flaiano degli italiani “sempre disponibili a soccorrere il vincitore”.

6. Nel tuo romanzo ci sono due protagonisti: l’uomo che si rifugia nel ghiacciaio, e il ghiacciaio stesso che è un luogo assolutamente vivo nel quale si fanno scoperte, ma che crea anche non pochi problemi spostando gallerie, occludendo percorsi e modificando la geografia del labirinto. È quello che accade anche all’uomo, però, costretto a modificare le sue abitudini, a ridisegnare le sue convinzioni e ad adattarsi. In che maniera l’uomo e il ghiacciaio sono sovrapponibili?

Certamente nel movimento. Ogni mattina tutti noi ci svegliamo un po’ cambiati esattamente come il ghiacciaio che scorre anche nel senso eracliteo del termine. Questo accade a maggior ragione oggi per l’arrembante, incalzare della tecnologia. Quest’ultima ci costringe a rincorrere sempre il suo continuo mutare. È lei il vero pausario che detta il ritmo e tutti noi incatenati ai remi obbedienti.

7. Il tuo romanzo è stato pubblicato la prima volta nel 2003 e oggi è stato riproposto con diverse modifiche che ne hanno permesso un’attualizzazione. Non sfuggono i riferimenti al cambiamento climatico che modificando il ghiacciaio obbliga il protagonista a cambiamenti più veloci e improvvisi. Rispetto alla prima versione del libro possiamo dire che non è più il ghiacciaio (e quindi la natura) a imporre le regole del gioco ma che, ancora una volta, è la società che causa il cambiamento climatico e quindi agisce sul ghiacciaio a farlo?

Valerio Varesi

Questo è un altro aspetto della questione. La tecnologia e la sua necessità di disporre di sempre maggiore energia, ha modificato l’equilibrio terrestre con il consumo di combustibili fossili. Il ghiacciaio che si scioglie è quindi l’effetto della voracità energetica indotta anche da bisogni insorti grazie alla tecnologia. Pensiamo, oltre all’industria e ai trasporti, anche solo all’uso di internet, delle mail, delle ricariche di computer portatili, tablet e telefonini a cui si aggiungono le batterie delle auto elettriche, quelle dei monopattini, delle biciclette a pedalata assistita e altre mille cose comparse sulla scena e divenute di colpo essenziali.

8. Il tuo personaggio si muove con una certa ambiguità sul filo della spiritualità. All’inizio è un personaggio che possiamo immaginare ateo, ma l’esperienza nel labirinto lo avvicina in qualche modo a una concezione più spirituale della vita al punto da creare una piccola cappella nella quale sistemare un crocefisso che intaglia con le sue mani. Ma il personaggio va oltre, non si limita ad avvicinarsi alla divinità, più volte ci dice di sentirsi un dio, capace di essere invisibile per il mondo ma di influenzarne lo scorrere. Il crocefisso arriverà persino ad assomigliare a lui.
Ti chiedo cos’è, allora, la spiritualità per il tuo personaggio? Una cosa alla quale tendere, un incidente di percorso, un delirio di onnipotenza?

È una conquista della solitudine e della riflessione indotta da essa. Ha l’effetto di aprirgli una finestra su un mondo per lui sconosciuto. Nel labirinto, che ritiene inattaccabile, si sente potente. Sente di aver costruito qualcosa di unico e originale ma non rinuncia ad influenzare il mondo che guarda standosene lontano e invisibile. È il suo olimpo, ma è un’illusione.

9. Una domanda sul labirinto te la devo proprio fare: questa particolare costruzione accompagna la storia dell’uomo quasi da sempre; pensiamo ai mitici labirinti di Knosso, al Minotauro, ma anche alla struttura del cervello. Nonostante sia un’immagine che conosciamo da sempre e ci affascina, però, è sempre legata a un senso di pericolo, a una minaccia ignota, a un senso di costante vigilanza.
Cos’è il labirinto per Valerio Varesi e cos’è per il tuo personaggio?

Per il mio personaggio è l’oggettivazione della sua immaginazione e dei suoi circuiti cerebrali. Per me è forse aver espresso una dimensione molto intima: quell’oscillazione tra il desiderio di esclusività e raccoglimento e una dimensione più sociale di relazioni. È aprirsi all’altro, ma contemporaneamente, ripararsi dall’invadenza.

10. Dicevamo prima che il protagonista della storia cerca un rifugio nel quale isolarsi e fuggire dalla società, ma non siamo stati del tutto onesti perché il tuo personaggio, che pure si nasconde dagli altri, cerca in tutti i modi di far notare le sue azioni condizionando gli eventi del vicino paese: atti vandalici, danni, ma anche lettere dal passato che vuole far conoscere per portare a galla la verità. Non solo, cerca di capire come il suo agire influenzi la società attraverso una radio che si occupa di tenere funzionante anche nel cuore dell’inverno e delle tempeste di neve.
Ma allora è davvero la solitudine quella che cerca o piuttosto una forma di invisibilità che gli conceda un potere senza conseguenze?

In un certo senso si comporta come i pirati di internet che colpiscono stando nascosti. Ma è vittima del suo stesso perturbare. Alla fine tutto ciò finirà per distruggere il basamento su cui poggia la sua personalità. Troverà una ricostruzione della storia della sua famiglia e del padre diversa da quella che aveva sempre pensato essere vera. Anche la sua storia personale si sgretola ed egli è costretto a ricostruirla dolorosamente. Ciò in cui aveva sempre creduto si rivela una chimera.

Ringraziamo ancora Valerio Varesi per aver raccontato qualcosa di questo suo nuovo e affascinante libro. Come sempre Varesi ci regala storie che necessitano di una riflessione per poter essere apprezzate, lontane dal romanzo di intrattenimento e molto più affini alla filosofia pur non rinunciando all’emozioni dell’avventura.


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