Ecologia digitale

Sapevi che i dispositivi digitali sono tra le principali fonti inquinanti dell’ambiente?
Non ci si pensa spesso, ma l’impiego di un personal computer o uno smartphone richiede al pianeta una buona dose di risorse capaci di inquinare tanto quanto un’automobile.

Perché la tecnologia inquina

Fortunatamente possiamo lavorare in smartworking e noi siamo molto felici perché contribuiremo al benessere del pianeta lasciando l’auto in garage evitando viaggi di lavoro: ma è tutto oro quel che luccica?
Sicuramente ridurre il numero di viaggi per recarsi al lavoro ha un impatto positivo sull’ambiente, ma anche senza rendercene conto possiamo avere comportamenti sbagliati capaci di rendere nulli gli effetti positivi.

I pc, compagni lavorativi della vita di ognuno di noi, non emettono fumo, odori o gas di scarico, eppure sono delle vere e proprie armi di inquinamento.

Si calcola che siano inquinanti in tutte le fasi della loro vita: vengono realizzati con risorse considerate preziose come i metalli rari che sono estratti principalmente nelle miniere dei Paesi africani (spesso con sfruttamento della popolazione e con poche, o nulle, attenzioni per l’ambiente), vengono assemblati poi in altri continenti (spesso nei Paesi asiatici) con un grande esborso di energia proveniente da fonti non rinnovabili per essere, infine, trasportati in tutto il mondo con aerei, camion e furgoni aumentando ulteriormente la loro impronta ecologica.

Come se non bastasse, arrivati a fine vita difficilmente sono smaltiti in maniera adatta e finiscono con l’essere smontati e diventare rifiuti non riciclabili.

Si calcola che nel 2008 la produzione di CO2 imputabile ai dispositivi mobili e ai pc fosse del 2% di quella globale e che da allora sia più che triplicata: nel 2030 sfiorerà il 15%.

Questa situazione è ulteriormente accentuata dalla sostituzione non necessaria dei dispositivi e in parte anche dall’obsolescenza (programmata e non) che rende brevissima la vita di questi prodotti che oggi possono essere considerati quasi usa e getta.

Ecologia al pc

Cosa possiamo fare per ridurre la nostra impronta ecologica quando usiamo un dispositivo elettronico?

Ci crediate o no, possiamo fare davvero molto senza dover rinunciare alla nostra vita tecnologica: rallentare l’obsolescenza dei dispositivi è il primo passo.

Evitare di sostituire i nostri pc e smartphone per moda ha un impatto positivo su tutta la filiera e già questo sarebbe in grado di invertire la tendenza: mantenere il dispositivo sempre aggiornato, eseguire la deframmentazione almeno una volta al mese, eliminare i file obsoleti e non utilizzati, evitare l’esposizione a temperature troppo elevate o troppo rigide sono tutti accorgimenti che possono prolungare la vita dei prodotti.

Quando non siete al pc sostituite lo screensaver con lo stand-by (o la modalità ibernazione per i dispositivi in cui è permessa), eviterete di consumare energia inutile.

Anche quando si naviga si può fare qualcosa per il pianeta: oggi ci sono diversi motori di ricerca che si battono per contrastare l’inquinamento come Ecosia che si impegna a piantare alberi per ogni click che ricevono i suoi risultati di ricerca (attualmente disponibile solo per smartphone e tablet).

Email ecologiche

Inquinare con la posta elettronica

Lo sapevi che ogni mail inquina quanto un sacchetto di plastica? Sebbene non ci pensiamo si calcola che ogni mail inviata produca 10 g di CO2 proprio come una busta per la spesa. Com’è possibile?

In realtà le mail non sono inquinanti di per sé, ma per inviarle avremo bisogno di avere acceso il dispositivo (che dovrà essere stato caricato attraverso energia elettrica) e di una connessione che si appoggerà su server in tutto il mondo (anch’essi grandi consumatori di energia).

Riuscite a immaginare quante migliaia di mail viaggiano ogni giorno attraverso i nostri dispositivi? Ecco, ognuna di quelle è un sacchetto di platica.

Si calcola che un’azienda con un centinaio di dipendenti sia in grado di inquinare quotidianamente quanto 13 viaggi aerei da Parigi a New York.

Ma anche in questo caso possiamo fare la differenza:

  • prima di inviare una mail rileggila con attenzione: se ci sono errori, dati non corretti o mancano gli allegati sarà necessario rispedirla inquinando il doppio
  • evita le newsletter non necessarie: se ci sono mail che ricevi per abitudine e non leggi forse sarebbe il caso di evitarle
  • il CC (compia carbone) dovrebbe essere evitato almeno che non sia indispensabile
  • svuota il cestino: le mail vengono conservate nei server con conseguente impiego di energia, eliminare quelle non più necessarie e svuotare il cestino avrà come conseguenza un’impronta ecologica più leggera

Cambiare le piccole abitudini quotidiane con consapevolezza può davvero fare la differenza.


Scopri di più da La Parola Giusta

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

5 pensieri riguardo “Ecologia digitale

Lascia un commento

Scopri di più da La Parola Giusta

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere