Recensione: Cebes Tebano

Cebes Tebano di Francesco Salvati, Youcanprint, 2023

Classificazione: 4 su 5.

Nella landa confusa,
di tenebre vuote che abitano la notte,
stai introducendo lampade e cicale.

Il silenzio non farfuglia più
le bugie del malessere
coperto dal fruscio
delle tue tenerezze.

Quello di cui vi parlo oggi è un libro che merita il rispetto del Silenzio.

Francesco Salvati ci accompagna in un mondo grigio che sfuma nel nero, negli oscuri recessi dell’esistenza, uno sciabordio di emozioni cupe come un cielo di Baudelaire. Eppure, eppure con una delicatezza e una voglia di protezione che si schierano orgogliose come alfieri davanti alla rabbia che ci si aspetta.

Il libro racconta una storia faticosa utilizzando prosa e, soprattutto, poesia in un alternarsi serrato eppure delicato.

Francesco, il protagonista, è un bambino solo che, come tutti i bambini soli, gioca con la propria fantasia per combattere la sua situazione.
Un giorno però, arriva Micol, la sua sorellina che sembra destinata a portare lampi di sole nella sua vita fino a quando non si scopre che la piccola soffre di una forma grave di autismo. E il Silenzio torna a riempire la vita di Francesco, ma questa volta è un Silenzio che urla, capace, come il mare, di cancellare sogni e mondi che la fantasia del bambino aveva difeso come un’armatura.

La famiglia si sfalda davanti a quell’evento enorme che è la malattia e Francesco rimane alla deriva, supplicando la vita di spiegargli almeno la ragione della sua condizione.

Un viaggio che si muove nel labirinto delle emozioni, in una costante e dolorosa ricerca di sé. Francesco si interroga sulla condizione di “mostro”, isolato perché diverso, annientato perché non meritevole d’amore.

In questo piccolo libro c’è tutta la storia dell’uomo, della sua ricerca, delle sue domande, dell’assoluta mancanza di risposte… perché non sempre esiste una risposta per il dolore.

Il Minotauro e Frankenstein, mostri letterari e mitologici, con i loro tormenti e la loro disperata richiesta di essere ascoltati, capiti, accompagnano la vicenda e al tempo stesso ne sono parte perché dentro ognuno vive un mostro che soffre.

Un libro che mette a nudo l’anima e trasporta con delicata empatia nel cuore della vicenda come del protagonista.

Consiglio davvero la sua lettura, veloce eppure profonda, che invoca di essere capita.


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