La storia di Parma, città nel cuore dell’Emilia, inizia già con gli Etruschi e prosegue con i Romani che la chiamarono Crisopoli, la città dell’oro.
Nel Medioevo la città e il suo territorio divennero uno dei punti di riferimento della Via Francigena, e nel Cinquecento papa Paolo III la trasformò in Ducato per sistemare il figlio Pier Luigi Farnese, dando vita alla lunga dinastia che si imparentò con i sovrani di Spagna e rese la piccola Parma una capitale degna del suo rango.
I Farnese realizzarono residenze di straordinaria bellezza nelle quali lavorarono artisti del calibro di Correggio e del Parmigianino.
Dopo i Farnese il ducato passò nelle mani dei Borbone che proseguirono l’opera di abbellimento sfruttando il fatto di essere una delle più potenti dinastie d’Europa a quel tempo.
Con la caduta degli imperi europei, Parma finì nelle mani di Napoleone Bonaparte che soppresse e spogliò i numerosi monasteri locali, privandoli di straordinarie opere d’arte; ma la città ebbe un colpo di fortuna quando Napoleone sposò Maria Luigia d’Austria in seconde nozze.

Con la caduta dell’imperatore, Maria Luigia venne insediata nel ducato di Parma, Piacenza e Guastalla e si prodigò per trasformare la città secondo il gusto dell’epoca. Nella metà dell’Ottocento la città era una piccola Parigi dal cuore emiliano, dove artisti d’oltralpe si diedero da fare per creare qualcosa di unico. Il francese divenne persino lingua ufficiale del Ducato al punto che ancora oggi il dialetto locale richiama molti termini e usi propri della lingua d’oltralpe.
Oggi Parma si racconta attraverso reperti, musei e luoghi d’interesse spesso poco conosciuti ma che rappresentano chiavi di volta per l’arte italiana ed europea.
Vediamo insieme le principali attrazioni che un turista non dovrebbe perdersi quando arriva a Parma.
Il Teatro Farnese

Voluto da Ranuccio Farnese nei primi anni del Seicento, il Teatro Farnese rappresenta un unicum nel suo genere. Si tratta di un teatro interamente realizzato in legno: il motivo di questa scelta è dato dal fatto che si trova al primo piano dell’antico palazzo ducale (il Palazzo della Pilotta), realizzato proprio sopra una zona che in passato era adibita al passaggio di animali e carri. Si tratta quindi di un “teatro sospeso” e per tanto si è voluto evitare un sovraccarico della struttura.
La sua inaugurazione nel 1628 fu celebrata con una battaglia navale nella quale il teatro venne persino allagato.
Con la caduta dei Farnese e l’arrivo dei Borbone che erano maggiormente orientati alla politica estera, il teatro finì per essere quasi abbandonato.
Durante la Seconda guerra mondiale un bombardamento degli Alleati distrusse buona parte della struttura che fu poi ricostruita per volere della città.
La Galleria Nazionale

Nel Palazzo della Pilotta si trova anche la principale galleria d’arte cittadina, la Galleria Nazionale che raccoglie opere di rara bellezza di Correggio, El Greco, Parmigianino, Leonardo da Vinci, Sebastiano del Piombo, Caravaggio e molti altri artisti.
Impressionante è la sala Ottocento presieduta dalla statua di Maria Luigia rappresentata come la dea romana Concordia e abbigliata secondo gli usi antichi; questa notevole scultura in marmo è stata realizzata da Antonio Canova tra il 1811 e il 1814.
La statua era stata commissionata da Napoleone Bonaparte e aveva lo scopo di celebrare Maria Luigia come imperatrice dei francesi.
Napoleone però non volle pagare la scultura prima della consegna e il Maestro Canova rifiutò di spedirla senza aver ricevuto il pagamento pattuito. Questa pietra miliare dell’arte rimase nello studio dello scultore fino al 1848 quando l’Arciduca Leopoldo (che la ricevette la statua in eredità) decise di regalarla alla città di Parma e di farla inserire tra i pezzi della Galleria Nazionale.
Orto Botanico

La storia dell’Orto Botanico di Parma inizia nel 1630, ma all’epoca si chiamava Orto dei Semplici e non si trovava in questa zona. Per ritrovare un primo esempio di Orto Botanico così come lo conosciamo oggi ci dobbiamo spostare nel 1777 quando l’area in questione (che era in precedenza una pelletteria), venne trasformata anche grazie all’intervento dell’architetto di corte Alexandre Petitot che riconvertì i vecchi edifici in serre dallo stile francese.
Si aggiunsero anche numerose specie botaniche, frutta di un’intensa collaborazione con altre simili strutture europee che, complice l’Illuminismo, erano sempre più presenti in abbinamento alle ricerche scientifiche e universitarie.
Nel 1817 la duchessa Maria Luigia affidò la direzione al famoso naturalista Giorgio Jan che contribuì a dare una nuova struttura e un nuovo indirizzo all’orto portandolo all’altezza dei suo compagni europei. Qualche anno dopo, nel 1843, un altro direttore, Giovanni Passerini, scrisse Flora dei contorni di Parma, ad oggi considerata la prima guida tascabile di botanica.
Purtroppo la mancanza di fondi rischiò di far chiudere il giardino nel 2008, ma grazie a una associazione di volontariato “Amici dell’Orto Botanico”, oggi è possibile visitare le serre che raccolgono varietà tropicali e alpine, oppure passeggiare per i silenziosi viali del giardino ricchi di scoiattoli.
Il Parco Ducale

Dobbiamo ai Farnese, in particolare al duca Ottavio, la realizzazione di un primo parco già nel 1561; si trattava di principalmente di un viale ornamentale circondato da un ricco bosco che fungeva anche da zona di caccia.
Il parco ha subito diverse vicissitudini dalla costruzione della grande peschiera usata anche per spettacoli teatrali e battaglie navali, alla perdita del suo patrimonio boschivo a causa della guerra di Successione austriaca che costò al parco buona parte dei suo alberi secolari.
Dopo un periodo di abbandono, nel 1749 Filippo di Borbone affidò al primo ministro Guillaume du Tillot il compito di riprogettare l’area; il ministro si fece aiutare dall’architetto Alexandre Petitot che diede al giardino il suo aspetto attuale progettando ampi viali con parterre, aggiungendo anche il piccolo tempietto d’arcadia in pieno gusto romantico.
La duchessa Maria Luigia, dopo la Restaurazione che la pose al governo della città, fece piantare i grandi platani monumentali che accolgono i visitatori dall’ingresso principale.
L’ultima grande trasformazione del parco è successiva all’Unità d’Italia, quando l’area divenne pubblica: in particolare venne collocata nell’isolotto al centro della peschiera, la grande fontana che in origine si trovava nel parco della Reggia di Colorno.
Oggi il principale parco cittadino è un intricato susseguirsi di viali e angoli nascosti in squisito stile settecentesco.
Nel periodo estivo l’area antistante il Palazzo Ducale è utilizzata per eventi e concerti.
La Reggia di Colorno

Quella della Reggia di Colorno, a 15 chilometri da Parma, è una storia molto lunga: iniziata nel Trecento per diventare una zona di controllo militare verso la pianura, nel tempo la struttura bellica divenne un palazzo signorile nel quale soggiornarono le principali famiglie del panorama italiano e internazionale (Visconti, d’Este, Farnese, Borbone, Sforza e Visconti).
La fama del palazzo però si deve a una donna, Barbara Sanseverino, che nel XVI secolo richiamò a palazzo i principali artisti dell’epoca da Tiziano a Correggio, dal Mantegna a Raffaello.
Dopo i Sanseverino la struttura passò nelle mani dei Farnese e poi in quella dei Borbone che avevano uno spiccato gusto francese: fu Filippo di Borbone che affidò ad Alexandre Petitot il compito di ammodernare i giardini.
Alle opere lavorarono esclusivamente addetti francesi perché la Reggia di Colorno doveva rispecchiare i fasti di quella di Versailles.
La duchessa Maria Luigia amava particolarmente questa residenza e vi trascorse la maggior parte della sua vita.
Con l’Unità d’Italia l’area venne ceduta ai Savoia e, dopo la caduta della monarchia, divenne di proprietà dello Stato. Purtroppo per Colorno quello fu un vero dramma, poiché tutti i mobili e le opere d’arte contenute nel palazzo vennero trasferite nelle altre dimore sabaude (Stupinigi, Palazzo Pitti, il Quirinale).
La scrivania dalla quale il Presidente della Repubblica tiene il suo consueto discorso di fine anno, proviene dalla collezione di Colorno, per esempio.
Il palazzo oggi ospita l’ALMA (la scuola di cucina internazionale), mentre i giardini accolgono diversi festival nella bella stagione.
Da sapere:
Il Palazzo della Pilotta che ospita, oltre alla Galleria Nazionale e il Teatro Farnese, è anche sede della Biblioteca Palatina, del Museo Archeologico e del Museo Bodoniano. L’intera struttura è visitabile con un unico biglietto ed è gratuita la prima domenica del mese www.complessopilotta.it
L’Orto Botanico è visitabile gratuitamente, ma è possibile programmare anche una visita guidata prendendo accordi con il personale sul sito internet www.ortobotanico.unipr.it
La Reggia di Colorno è visitabile a pagamento, mentre il parco ha accesso gratuito. Maggiori informazioni su www.reggiadicolorno.it
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Parma ospita tanti gioielli che meritano di essere visitati, come questo articolo spiega molto bene. E dopo perché non assaggiare una delle tante prelibatezze enogastronomiche che la città può offrire?
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Già, la cucina emiliana (e parmigiana) lasciano solo l’imbarazzo della scelta!
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Che bella deve essere Parma, spero di venirla a visitare molto presto 😉.
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Ti consiglio vivamente di venire a Parma per passare un bel weekend.
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Ti aspettiamo presto! La primavera penso sia la stagione migliore per scoprire i segreti di questa città!
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Bellissima città ricca di storia. Per chi viene non possono mancare i salumi tipici (culatello, prosciutto crudo, salame, spalla di San Secondo)
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La cucina è una parte fondamentale della cultura parmigiana, al pari di un monumento! Hai ragione Barbara!
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Mmmm… che fame mi è venuta! 😁
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