Ci sono ricette le cui origini si perdono nella notte dei tempi, nascoste tra le pieghe di antiche tradizioni e riti pagani ancestrali. Il liquore di noce è sicuramente una di queste.
Il noce è un albero da sempre venerato nelle tradizioni pagane soprattutto druidiche del nord Europa; si riteneva questo albero uno di quelli più importanti per i riti magici e le bacchette dei druidi erano realizzate proprio con il suo legno. Divenne poi comune considerare il noce come l’albero del diavolo attorno al quale le streghe celebravano i loro Sabba e si credeva che i rami e le foglie possedessero poteri di guarigione straordinari. Oggi sappiamo che i frutti sono ottimi integratori e che fanno molto bene al cervello, al punto che viene consigliata l’assunzione di due o tre noci al giorni per il benessere del corpo.
Da un albero così straordinario non ci si poteva aspettare altro che un liquore altrettanto portentoso! Liquori a base di noci erano descritti già dai Romani che riferivano dell’usanza dei Pitti (un popolo che abitava la Britannia), di consumare nella notte di mezz’estate un liquore scuro realizzato con le noci.
Nonostante siano passati secoli dalle testimonianze romane, esiste una tradizione ancora molto forte legata a questo liquore e sono centinaia le ricette per ottenere il nocino e quasi tutte non si limitano a descrivere il processo di maturazione del liquore, ma parlano di un vero e proprio rituale.

Intanto dobbiamo dire che il nocino, quello originale, inizia la sua preparazione nella notte tra il 23 e il 24 giugno, la notte di mezz’estate. In questa notte considerata da sempre proficua per gli incantesimi, una ragazza deve arrampicarsi a piedi nudi su di un noce e riportare esattamente 24 noci non ancora mature.
Le noci devono essere colte a mano e senza l’ausilio di coltelli in ferro (se proprio si vuole usare uno strumento in metallo si può usare, come facevano i druidi, una lama in oro!).
Raccolte le noci dovranno essere lavate in acqua corrente, asciugate e tagliate in quattro parti con tutto il mallo, per poi essere riposte in un contenitore di vetro insieme a una stecca di cannella e qualche chiodo di garofano. Si aggiungeranno infine le scorze grattugiate di un limone e l’alcol fino a coprire tutto.
A questo punto il barattolo dovrà essere chiuso ermeticamente e posto per quaranta giorni al sole. Ogni giorno dovrà essere agitato per mescolare gli ingredienti. Trascorso questo tempo verrà filtrato per ottenere la parte liquida alla quale si aggiungerà uno sciroppo ottenuto con acqua e zucchero completamente sciolto (in alcune regioni si usa il vino bianco al posto dell’acqua).

Ora si può imbottigliare il nocino che però dovrà riposare almeno fino al giorno di Natale, come vuole la tradizione.
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Wow, adoro il nocino! I miei nonni lo preparavano sempre ogni anno… pensa che in cantina ne conservo una bottiglietta datata 1983! Penso che l’aprirò presto, magari in coincidenza con qualche bella notizia!
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1983?! Caspita, un nocino davvero potente!
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Direi che una bottiglia del genere merita una grande occasione!
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Bell’articolo, come sempre 👏👏
Questo liquore ha una tradizione che deve essere tramandata, anche perché è davvero buono! 😁😁
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Assolutamente d’accordo con te!
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Leggo solo adesso questo bellissimo articolo sul nocino, un liquore che mi piace molto specialmente se “fatto in casa”.
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E con una bellissima tradizione!
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